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Pagelle calciomercato Verona
ARRIVI – Un innesto per reparto: interventi mirati per definizione. Soprattutto, con giocatori polivalenti: è il caso di Leandro Greco, cavallo di ritorno – saranno andate via molte bandiere del Verona, ma lui è uno di quelli che si è sorbito anche la Lega Pro – che recita la sua parte nel tridente come a centrocampo. Linea a cinque o a tre, nel mezzo, non fa differenza. Poi è arrivato Pisano, che prenderà possesso di una fascia destra in cui il Verona non è ancora così a posto. Esterno adattabile, e anche qui torniamo al discorso del doppio modulo. Sia chiaro, Martic non è da scartare come invece altri che sulla destra hanno praticamente fallito. Ma se Sorensen si è rivelato più incline a giocare in mezzo, tutto sommato è bene tenersi due uomini per ogni ruolo. Le linee-guida, di fatto, sono queste. Fernandinho, davanti, è una sorta di scommessa: arriva in prestito dal Gremio, non è certo di primo pelo (29 anni suonati) ma la scelta è caduta su di lui per sostituire il partente Nenè. Non un giocatore di peso – del resto Gomez e Jankovic sono rientrati nei ranghi, quindi l'attacco è a posto – ma una semplice variabile.
PARTENZE – Tre sono stati gli arrivi, altrettante le cessioni. Lineare anche su questo punto, Sean Sogliano. Gli esuberi, in primis, riguardavano una difesa non ancora registrata. Per questo, Gonzalez era con la valigia in mano ben prima che cominciasse il mercato di gennaio. Alla fine, è stata Cagliari la sua destinazione. Nonostante anche il Parma avesse fatto più di un tentativo. Gonzalez sull'isola insieme a Donsah, pure lui freschissimo ex del Verona. Luna è un altro che ha atteso a vuoto la sua occasione: niente da fare, nemmeno in Coppa Italia a dicembre. Sulla sinistra, Agostini e Brivio hanno cannibalizzato ogni possibilità. L'esterno è passato allo Spezia, esattamente come Nenè che ultimamente era riuscito ad andare oltre il ruolo di comparsa. Un Saviola ritrovato ha fatto il resto, nello spingere Nenè lontano da Verona. Con all'attivo un derby giocato da titolare insieme a Toni.
BILANCIO – Bisognava sistemare la difesa, che invece è rimasta tale e quale. Il reparto centrale, si intende. Nel senso che Pisano, il nuovo arrivato, spesso e volentieri si trasformerà in centrocampista. Mediana condizionata dagli infortuni, c'è da dire: l'ultimo di Jacopo Sala – l'ennesimo per un giocatore vittima di sciagura – non aiuta a pensare positivo. Perché anche Obbadi è stato più fuori che dentro, mentre Tachtsidis procede a corrente alternata. In attacco, la prima preoccupazione era per Saviola e la sua permanenza a Verona. Non solo è rimasto, ma ha anche iniziato a segnare. Come ritoccare, allora, un attacco che sulla carta ha dei numeri micidiali? Il risultato fa un Hellas da montagne russe, ma il confronto col recentissimo passato è un malvezzo che rischia di colpire molti. Così, quella che si prende il Verona è una sufficienza stiracchiata. Ma con la salvezza come obiettivo, è giusto guardare il bicchiere mezzo pieno.
VOTO 6