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    Pagelle calciomercato Torino

    L'organico del Torino lamentava carenze ben visibili anche da lontano e note fin dalla scorsa estate, quando le cessioni di Cerci e Immobile – che avevano trascinato la squadra in Europa – vennero “colmate” da Quagliarella e da un Amauri ormai in palese fase calante. Quello che fino a un mese fa era il secondo attacco più asfittico dell'intero continente (!) necessitava di rinforzi che rappresentassero una garanzia. Il centrocampo, come pochi altri povero di qualità, aveva urgenza di un'iniezione di qualità. C'era di che dormire tranquili: Cairo si era esposto annunciando “almeno 2 arrivi di peso entro il 10 gennaio”. Ma la promessa presidenziale è stata disattesa: non ne è stato acquistato neppure uno.

    ARRIVI: Il primo volto nuovo a presentarsi al centro Sisport è stato quello di Maxi Lopez; di certo un nome che non ha scaldato i tifosi. Ma la Gallina ha fatto rapidamente cambiare idea al pubblico: esordio in campionato con gol decisivo, seconda prova con assist sempre da 3 punti. Poi ecco Alvaro Gonzalez, dalla Lazio: esperienza garantita, qualità note, ma quello del Tata è un profilo già presente in casa Toro, non quel regista che invece continua a mancare. E infine, a sorpresa, Salvador Ichazo, promettente 23enne portiere uruguayano, che sarà il nuovo “dodicesimo” granata. Tre arrivi, tre prestiti con diritto di riscatto. La ciliegina però andrà a rinforzare la Primavera: è Francesco Serafino, italoargentino stellina del Boca Juniors, soffiato a Napoli, Inter e Milan. Una ciliegina prelibata; quel che manca è la torta.

    PARTENZE: Ci sono quelle non riuscite, come Barreto, Basha e Sanchez Miňo, elementi rimasti come esuberi. Quelle scontate, come Ruben Perez, rispedito all'Atlético Madrid (poi girato al Granada) dopo aver vissuto sei mesi da oggetto misterioso sotto la Mole. E quelle polemiche, come quella di Nocerino, tornato al Milan per poi dirottare su Parma, con coda di veleni diretti a mister Ventura. E infine, quelle sorprendenti: e parliamo di Gillet, passato a quel Catania che lo corteggiava già in estate, ma che sembrava essersi ripreso saldamente i pali della porta granata tanto da studiare il rinnovo del contratto in scadenza a giugno. Trecentomila euro, unica voce di entrata per le casse societarie in questo gennaio. Rientra fra le cessioni “normali”, invece, il prestito del deludente Larrondo agli argentini del Tigre.

    BILANCIO: Quel che andava assolutamente fatto è mancato, ossia l'acquisto di un regista basso (eppure non erano mancati gli abboccamenti per Ledesma e altri), di un trequartista, di un attaccante. Per il ruolo del “numero 10” è esemplare quanto accaduto con Ilicic: un giocatore voglioso di vestire il granata, con una società (la Fiorentina) che chiede il giusto e si rassegna a rifiutare la più vantaggiosa offerta di un altro club, e Cairo che non colma quel piccolo gap fra domanda e offerta. Lo stesso dicasi per Defrel oppure Ederson. E poi l'attacco, con Gakpé a portata di mano (non foss'altro che per la scadenza del contratto con il Nantes il prossimo giugno) alla fine non preso. E sul fronte cessioni, ne sono riuscite ben poche di quelle programmate, compresa quella di  Sanchez Miňo offerto a tutti come l'ultima verdura rimasta sul banco quando il mercato sta sbaraccando, quando invece è un pezzo pregiato.

    VOTO: 5

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