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    Osvaldo e Marquinho: ecco la Roma che cresce

    Osvaldo e Marquinho: ecco la Roma che cresce

    • Valerio Nasetti

    Sabatini, Baldini, Luis Enrique. Avere un buon apparato dirigenziale e tecnico è importante, ma lo spunto in campo lo devono servire i giocatori. E' ingiusto criticare chi sta ai piani alti per il mancato rendimento dei vari Josè Angel e Kjaer, e per quello alterno di Heinze, Gago, Pjanic, Lamela e Bojan: 'Da quando sono arrivati alla Roma non hanno offerto segnali di miglioramento, Luis Enrique deve responsabilizzarli, Sabatini ha speso male i soldi'. I primi colpevoli di fornire un apporto minore rispetto alle attese sono invece sempre i giocatori, e a supporto dell'osservazione servo i casi opposti: Osvaldo e Marquinho (Borini ieri non ha giocato, ma rientra nella lista degli esempi positivi).

    L'italo-argentino è sbarcato nella capitale con la fame del bomber annacquato: pochi gol segnati con Fiorentina, Bologna, Lecce e Atalanta. Venti reti con l'Espanyol nell'ultima stagione, ma 'la serie A è molto più complicata per gli attaccanti', si diceva. Ebbene, Osvaldo ha iniziato realizzando di rapina gol contro Siena e Parma, per poi mostrarsi punta dotata di una tecnica sopraffina realizzando reti e assist di qualità. Neanche l'infortunio ha rallentato la sua crescita. Quando è rientrato in campo è tornato a segnare. Complessivamente ha fatto centro 11 volte in 21 partite, una media di un gol ogni due prestazioni. Continuo, di qualità; senza problematiche fisiche a fermarlo, può rappresenatre il prossimo anno il Batistuta del terzo scudetto.

    Lo stesso Marquinho ha mostrato numeri sempre migliori ogni qualvolta è stato chiamato in causa. Il pubblico lo chiamava Aquistinho, il sinistro sbilenco. Tanta voglia, ma nulla di che. Poi è arrivata la scossa, una condizione atletica soddisfacente. 'E' un Perrotta dai piedi buoni', è un'ottima definizione ascoltata ieri all'uscita dallo stadio Olimpico. Ottimi inserimenti, assist-man, corsa, voglia di provarci da ogni posizione e uno stacco di testa che ricorda Roberto Pruzzo. Il 1 luglio sarà tutto della Roma, fino al 2016.

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