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Orsolini: 'Ho fatto un gran gol non ascoltando Thiago Motta, che bel siparietto con Spalletti in Nazionale'
"Nel Bologna siamo tutti capitani. Non è una critica, ma l'esaltazione, nell'originalità avviata da Motta che fa un capitano diverso ogni settimana, di una squadra in cui tutti sono importanti. Siamo 'noi', non 'io'. La concorrenza si è alzatissima. Sugli esterni, poi... Bisognerà rimboccarsi le maniche per far capire che se qualcuno vuole giocare deve prendersi l'altra fascia. Il soprannome 'Orsonaldo'? Nasce ad Ascoli, dai miei compagni. Calciavamo partendo a gambe divaricate alla Ronaldo. Facevo sempre gol io. E uno ha inventato Orsonaldo. Sogno l'Europa: sarebbe super, ma non faccio promesse".
"Sul mercato più che sentire squadre vicine a me, quel che chiedevo io era: 'Quando ci incontriamo per rinnovare il contratto?'. Ho sempre voluto restare. Questa è casa mia. Mi sono sempre trovato bene con tutti. Come dice Fenucci, sono il suo figlio maschio. Diventare bandiera del Bologna? Già ora sono il più anziano... A me pare che le bandiere non esistano più. Certo, se resterò fino al 2027 sarebbero nove anni di Bologna: ci andrei vicino".
"Mi hanno chiamato in Nazionale mentre ero a un battesimo a Lugo. Ho mangiato in macchina, sono arrivato a Milanello poco prima dell'allenamento. Spalletti stava parlando con Buffon. Poi viene da me e fa: 'Ciao Riccardo, grazie della tua disponibilità eh...'. E io: ma grazie di che? Grazie a lei mister dell'opportunità!".