Uefa colpevole: com’è possibile un Europeo senza tecnologia?
TRE ORRORI - Il fischietto olandese combina un pasticcio dietro l'altro nella ripresa del match. Prima nega un rigore solare all'Italia per fallo di mano di Kalulu, ma è un errore ancora 'normale'. Non lo è l'episodio che porta, al 62', al secondo vantaggio francese, al netto della follia di Udogie: l'azione è viziata da un netto intervento a gamba alta di Cherki su Okoli in partenza, il fallo è già evidente in diretta e con il VAR l'azione sarebbe stata rivista portando all'annullamento del gol. Un errore già decisivo ai fini del risultato che la tecnologia avrebbe potuto evitare. Il culmine però arriva nei minuti di recupero: colpo di testa di Bellanova, la palla colpisce il palo e sorpassa evidentemente la linea di porta prima che il difensore francese la prenda, come si vede chiaramente nelle immagini televisive in copertina. Era gol, non è stato convalidato, ricordando la celebre rete di Sulley Muntari in un Milan-Juventus del 2011/12, quando il VAR ancora non c'era.
UEFA, COSA FAI? - Gli errori dell'arbitro Lindhout pesano, ma aprono soprattutto a una riflessione. Il calcio ha scelto di affidarsi alla tecnologia per ridurre il più possibile gli errori arbitrali. Perché tornare indietro? Incomprensibile, inaccettabile la decisione della UEFA, a prescindere dal fatto che ad andarci di mezzo sia stata l'Italia. Soprattutto, impensabile far disputare senza VAR e goal line technology un torneo di questa importanza, che mette in palio anche la possibilità di staccare il pass per le prossime Olimpiadi. La rabbia azzurra è giustificata e Nicolato dovrà essere bravo a incanalarla positivamente per affrontare Norvegia e Svizzera: l'Italia non può sbagliare, a differenza di quanto hanno fatto arbitro e UEFA in una buia notte per il calcio moderno.