
Organizzazione, scouting e sostenibilità: come lavora e perché il Milan pensa a Tare come direttore sportivo
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DUE CANDIDATI - In casa Milan, infatti, sono ore caldissime per la scelta del futuro direttore sportivo che affiancherà il gruppo di lavoro (composto dall’amministratore delegato Giorgio Furlani, dal direttore tecnico Geoffrey Moncada e dal senior advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic) meneghino. Allo stato attuale dei fatti, ci sono due candidati che si trovano in pole position per la nomina: Igli Tare e Fabio Paratici. Entrambi i dirigenti hanno avuto dei colloqui durante un incontro in quel di Londra con Ibrahimovic e il patron Gerry Cardinale e hanno dato ampia disponibilità ad accettare l’incarico al Milan, seppur siano soluzioni differenti e abbiano fatto richieste diverse.
IL MILAN E IL NUOVO DS: LE RICHIESTE DI TARE E PARATICI
COME LAVORA TARE – Due candidati con un approccio al lavoro che varia. Ma andiamo a scoprire quali sono i motivi per i quali Igli Tare potrebbe essere il direttore sportivo del Milan. L’ex dirigente della Lazio (è stato ds della società biancoceleste dal luglio 2008 al giugno 2023, in un’avventura durata 18 anni, comprese le stagioni da giocatore al termine della sua carriera) ha alcuni principi fondamentali su cui basa il proprio modo di lavorare. Il suo metodo si basa due concetti: organizzazione e fiducia nei rapporti di collaborazione. Il dirigente albanese classe 1973 ha lavorato per ben 15 anni nel club capitolino, da sempre ben organizzato nella sua ossatura piramidale. L’organizzazione è alla base del lavoro giornaliero di Tare, abituato a interagire sia con il proprio presidente che con il resto dei vertici dirigenziali e dello staff tecnico.
GRANDE ATTENZIONE E RISERVATEZZA – Tare viene definito come un direttore silenzioso, capace di fidarsi e affidarsi ai propri collaboratori, che nella sua avventura alla Lazio sono sempre stati numerosi: da chi analizza i dati, da chi studia gli avversari, da chi va a scovare talenti in giro per l’Europa. Occhio e rapporti umani sono i cardini su cui lavorare ogni giorno. Grande attenzione sul lato scouting e agli investimenti che ne derivano: Tare ha sempre selezionato in maniera curata, selettiva, quasi maniacale i giocatori da acquistare, non prima che il suo team li avesse monitorati con estrema costanza. Altro punto a favore di Tare è l’oculatezza con il quale ha sempre trattato il discorso inerente al bilancio: sostenibilità e una gestione economica precisa e puntuale, un tema di sensibile attualità e importanza in casa Milan.
I COLPI MIGLIORI – Un metodo chiaro che ha contribuito alla vittoria di cinque dei sei trofei totali conquistati dalla Lazio nell’era della presidenza Claudio Lotito. Una strategia di lavoro svolta professionalmente che ha portato nella Capitale, sponda biancoceleste, alcuni giocatori di caratura mondiale e di assoluto livello: da Hernanes a Ciro Immobile, passando per Miroslav Klose, Stefan de Vrij, Antonio Candreva. E come dimenticare il trio di centrocampisti che ha illuminato il recente passato della Lazio: Felipe Anderson, Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic. Grandi calciatori, un metodo consolidato e alcune intuizioni di mercato: tutti motivi che portano il profilo di Tare a essere accostato al Milan.
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Commenti
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Articolo con sviolinate pro Tare del giornalista Gabriele Stragapede. Mahh!!