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Agia Sophia, il castello bizantino dell'AEK Atene dove si assegna la Conference League
DENOMINAZIONE - L'impianto ha tre denominazioni: Agia Sophia, "Santa Sofia", dedicato alla moschea di Istanbul, OPAP Arena per questioni di sponsor (un'organizzazione che gestisce il betting in Grecia). La Uefa invece lo chiama AEK Arena, dato che non accetta sponsor nelle denominazioni ufficiali degli impianti.
CURIOSITA' - L'Agia Sophia, dall'esterno, sembra un castello, con tanto di torri d'avorio: ricorda molto lo stile turco, e non è un caso visto che l'AEK è il club fondato ad Atene dai profughi della guerra greco-ottomana (1919-22). Il suo design è ispirato alle mura di Costantinopoli, l'odierna Istanbul. La statua con un'aquila a due teste che troneggia davanti all'ingresso è monumentale ed è proprio il simbolo della città turca. Il primo progetto di sostituzione del vecchio impianto Nilos Goumas (danneggiato dal terremoto del 1999) prevedeva che l'inaugurazione fosse in tempo per le Olimpiadi 2004, ma in Grecia come in Italia la burocrazia e la politica hanno buon gioco nel rallentare tutto. E così, con il fallimento e la doppia retrocessione del 2013, si sono aggiunti altri ritardi sulla tabella di marcia. 2013 è anche l'anno della prima presentazione del progetto.
LA CASA DELL'AEK E DELLA GRECIA - Oggi l'Agia Sophia, con una capienza di 32500 spettatori è un fiore all'occhiello del calcio greco. La Nazionale l'ha scelto come stadio di casa per le ultime qualificazioni agli Europei. L'inaugurazione ha avuto luogo il 3 ottobre 2022, AEK-Ionikos 4-1 in campionato. Non solo modernità: c'è anche un museo dedicato ai rifugiati che lasciarono l'Asia Minore nel 1922, a imperitura memoria delle origini del club.