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  • Omicidio Raciti:| 'Il processo è da rifare'

    Omicidio Raciti:| 'Il processo è da rifare'

    Lo sciopero proclamato dall'Unione Camere Penali non ha fermato il processo a carico di Antonino Speziale, l’ultras accusato di aver causato la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, deceduto il due febbraio di quattro anni fa durante gli scontri del derby Catania- Palermo. Dopo la condanna in primo grado a quattordici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e di due anni per resistenza a pubblico ufficiale, che l’imputato ventunenne ha già scontato, oggi Speziale è alle prese con il processo di secondo grado in Corte d’Appello del Tribunale Minorile. Nel corso dell’udienza di stamane, la difesa ha nuovamente ribadito l’assoluta estraneità ai fatti di Speziale. «In questa vicenda c’è stato fin da subito un incredibile attacco mediatico contro il mio assistito – ha affermato l’avvocato Giuseppe Lipera - ritenuto colpevole fin da subito e sottoposto ingiustamente alla misura di detenzione cautelare. Ci sono tantissime anomalie in questo processo, nonostante siano stati interpellati consulenti di altissimo livello». «I testimoni – questo il parere dell’avvocato Grazia Coco – sono stati usati solo per accertare la presenza dell’ispettore Raciti, ma nessuno ha dichiarato di aver visto Speziale intento a scagliare il sottolavello contro il poliziotto».

     

    Continuano ad essere oggetto di discussione anche l’ora e la modalità del presunto attacco, compiuto sotto la curva nord dello stadio Angelo Massimino. Secondo un’ipotesi più volte formulata in sede dibattimentale, Raciti potrebbe anche aver subito delle lesioni in seguito all’impatto con lo sportello del Discovery blindato che lo avrebbe investito durante una manovra errata, causando la rottura delle quattro costole ed una conseguente emorragia interna. Un suo superiore ha dichiarato di aver parlato con Raciti poco dopo le venti e trenta, senza riscontrare durante la breve discussione alcun dolore fisico. Secondo la ricostruzione formulata dall’accusa, invece, Speziale avrebbe scagliato il lavello poco dopo le diciannove. All’interno dell’aula della seconda sezione penale della Corte d’Appello per i minorenni del Tribunale di Catania era presente anche l’imputato, oggi ventunenne, che all’epoca dei fatti aveva appena diciassette anni. «Vivo con grande serenità questa seconda fase del processo – ha dichiarato Speziale – sono più che convinto che alla fine giungerà la piena assoluzione». Il ventuno ottobre scorso la Corte d'assise d'appello ha confermato la condanna a 11 anni di reclusione per Daniele Micale, il ventiquattrenne anche lui accusato del ferimento mortale dell'ispettore Raciti.

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