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Okaka racconta: 'Ero vicino al Milan. Sogno la Nazionale, con Ventura potevo andare ai Mondiali...'
STAGIONE - "Sarebbe potuta essere una stagione fantastica. Qui al Watford quest’anno non sono mai stato infortunato ma sono sempre stato escluso per scelte tecniche. Sono state dette falsità nei miei confronti. Mi sono allenato anche da solo e non è stato bello affrontare queste situazioni. È stato un anno e mezzo particolare, vediamo cosa mi riserverà il futuro. Si sono susseguiti problemi che non riesco ancora a spiegarmi e sono stato messo fuori. E' arrivato un nuovo allenatore (Javi Gracia, ndr) che mi sta impiegando e penso di essere riuscito a dare una mano alla squadra quando chiamato in causa. Ovviamente i miei obiettivi iniziali erano altri ma se la vita mi ha dato questo ci sarà un motivo…".
TRATTATIVE SFUMATE - "Ad agosto ed ero molto vicino a Siviglia ma sarei rimasto a Watford se le cose fossero andate in modo normale. Poi tuttavia col Siviglia non andò a buon fine perché non venne trovato l’accordo l’ultimo giorno di mercato. La stessa cosa è successa anche a gennaio col Galatasaray, sempre l’ultimo giorno. Ora aspettiamo fine stagione e vediamo per il prossimo anno…".
MILAN - "A gennaio? Erano solo voci. In passato invece sì, lo ammetto: sono stato molto vicino al Milan ai tempi della Samp. In blucerchiato mi trovai benissimo ma negli ultimi mesi, anche a causa del mio contratto, ci sono state incomprensioni. In pratica non ho più giocato negli ultimi 3 o 4 mesi e anche il Milan credo abbia fatto altre valutazioni non vedendomi più in campo. Così dovetti andarmene e ricominciare dall’Anderlecht".
RITORNO IN SERIE A - "Può succedere di tutto. Guardo sempre il campionato italiano".
ITALIA - "Sogno di tornare in Nazionale e posso giocarmi le mie carte. So che Ventura mi avrebbe tenuto in grande considerazione se l’Italia fosse andata ai Mondiali e se avessi avuto continuità col Watford".
OBIETTIVI - "Voglio finire la stagione nel miglior modo possibile perché purtroppo ho perso gran parte del campionato nonostante l’avessi iniziato alla grande segnando contro il Liverpool. Rimpianti? Nessuno. Ho fatto tutto il possibile: mi sono allenato, ho giocato e ho fatto gol. Più di questo non posso fare. Tranne durante la prima parte di carriera quando ero molto giovane ed il calcio non rappresentava la mia priorità, ho sempre cercato di dare il massimo".
COME E' DIVENTATO CALCIATORE - "Grazie a mio fratello e a Ronaldo il fenomeno, il mio idolo. Quando papà mi regalò la videocassetta di Ronaldo mi esaltavo davanti alle sue giocate: è stato il più forte di sempre".
TIFOSI WATFORD - "Quando non mi vedevano più giocare hanno incominciato a chiedere di me. Ora, quando metto piede in campo, allo stadio sento molto il loro affetto. Hanno stima nei miei confronti e per chi non gioca da tempo ciò lascia intendere che secondo loro qualcosa posso dare alla squadra".
COMPAGNI - "Sono un tipo molto giocherellone e spesso sono vittima anche di scherzi. Per farvi un esempio, quando nevicava, mi hanno messo la neve sui vestiti! Abbiamo anche un bel rapporto coi fisioterapisti, sono davvero simpatici e a scherzare con loro ci divertiamo molto".
VITA PRIVATA - "Nel tempo libero vado in centro a divertirmi un po’. Mi piace molto la musica e le consolle. Sono appassionato anche di pallavolo: da piccolo ci giocavo e la seguo ancora. Sono spesso insieme a Pereyra: abbiamo legato molto anche se lui vive più verso il centro e quindi non è semplice vederci tutti i giorni".
VIAGGI - "i sono stato una sola volta da bambino però, appena sarò più tranquillo e libero, andrò con tutta la mia famiglia. Ho ancora tutti i parenti là e prima o poi dovrò tornare a conoscerli. Sono molto legato alle mie origini. Mi piacerebbe visitare anche il Giappone un domani, a meno che non vada a giocare là! (ride, ndr) E vorrei tornare in America".