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    Okaka: 'Penalizzato perchè sono nero'

    Okaka: 'Penalizzato perchè sono nero'

    Stefano Okaka sta supendo tutti. Lo straordinario campionato che sta portando avanti con la maglia della Sampdoria lo sta consacrando ai vertici del calcio italiano. La chiamata di Antonio Conte per la Nazionale italiana e il forte interesse del Milan, che ha fatto di lui il primo grande obiettivo di mercato in vista della campagna di rafforzamento estiva.

    PENALIZZATO PERCHE' NERO - Ma per Okaka non è sempre stato così e dalle colonne della Gazzetta dello Sport la punta italo-nigeriana ha raccontato tutte le difficoltà di una carriera ora in netta ascesa: "Se fossi stato bianco sarei più considerato di quello che sono: un nero deve sempre dare qualcosa di più. A Cittadella, quando andavo a scuola mi prendevano in giro per il mio secondo cognome, Chuka. Non li picchiavo perché si sarebbero fatti male, ma ci soffrivo. Poi quando andai a Roma e tutti a chiedermi l’amicizia su Facebook. Ma col cavolo, per me erano morti".

    HO PENSATO DI SMETTERE - Poi il passaggio al Parma e l'inspiegabile stop nella sua carriera che Okaka, però, spiega così: "Cassano era l’unico che credeva in me e mi proteggeva perché poteva permetterselo. Mi diceva sempre 'l’acqua che sta in cielo prima o poi scende, e scende forte'.  A Parma Donadoni e Leonardi mi vollero, poi mi mandarono a La Spezia, inspiegabilmente. Poi torno e mi fanno allenare a parte da solo. Ora li ringrazio perché altrimenti non sarei alla Samp, però a quei tempi ero arrivato a dirmi che il calcio non era la mia strada".

    FRA ITALIA E NIGERIA - Okaka parla anche della scelta di vestire la maglia della nazionale azzurra: "Io mi sento italiano, quando mi hanno telefonato per giocare con la Nigeria ho rifiutato perché non mi sembrava una scelta naturale, e poi è arrivata la chiamata di Conte per l’Italia. Però il mio passato è là e oggi mi sento come un albero che non conosce le sue radici".

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