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Okaka a CM: 'La Smart per Spalletti, l'amico Cassano e quell'affare con l'Inter. In Turchia hanno creduto in me'
Che effetto fa avere un campione come Ozil in squadra? "Fantastico. Per me è un onore condividere lo spogliatoio con lui. Gli dico sempre che ha cambiato il calcio, ma è talmente umile che non gli dà troppo peso".
Ci pensi mai a un ritorno in Nazionale?
"Me lo chiedono in tanti, ma ho 33 anni ed è giusto che l'Italia vada per la sua strada come sta facendo. Io farò il tifo".
Hai il rimpianto di aver giocato poco in maglia azzurra?
"Un po' sì, ma ci sono state situazioni che non sono andate bene. Ormai, però, sono abituato a prendere le cose come vengono".
Riesci a seguire la Serie A? "Per forza, con l'Udinese così in palla non posso non seguirla".
12 squadre in carriera, qual è quella alla quale sei rimasto più affezionato?
"Ne scelgo due: la Roma, perché lì sono cresciuto; ma la squadra nella quale mi sono sentito meglio è l'Udinese. Avevo un ottimo rapporto con tutti, dal presidente Giampaolo Pozzo ai nutrizionisti. Con Marino ci sentiamo ancora spesso, ogni volta che faccio gol mi scrive o mi chiama. Per me è sempre stato un punto di riferimento".
Quanti amici hai nel calcio?
"Tanti, ma con Cassano ci sentiamo tutti i giorni. Siamo amici da 10/15 anni, per me è come un fratello: nel periodo di Parma mi ha aiutato a superare un momento molto complicato".
Cos'è successo?
"Diciamo che io posso guardare tutti in faccia, ma forse non tutti possono guardare in faccia me".
Tuo fratello Carlo ti segue sul mercato.
"Per me è importante mettere tutto nelle sue mani, mi segue da quando avevo 24 anni".
Ci racconti il trasferimento più strano che hai fatto?
"Dalla Sampdoria all'Anderlecht. Sarei dovuto andare in una tra Milan e Inter, alla fine mi sono ritrovato in Belgio".
Spiegaci.
"Dalla Samp che sfiora la qualificazione in Champions va via Gabbiadini, al Napoli, Eder, all'Inter e io, all'Anderlecht. Capisci che c'è qualcosa che non va?! Avevo già parlato con Mancini, l'Inter mi aveva praticamente preso".
Qualche anno fa hai rifiutato anche un’offerta importante dalla Cina.
"Sì, quando ero all'Anderlecht. La società spingeva per vendermi in Cina, ma avevo 26 anni e non me la sentivo. Volevo andare in Premier League, c'erano Everton e Tottenham. Così dissi di no a una super offerta: quando si vedono certe cifre non è semplice respingerle, ma il mio amore per il calcio è superiore a quello per i soldi".
Che ricordi hai delle giovanili della Roma?
"Bellissimi, ma sono stato davvero poco. Con la Primavera abbiamo anche vinto uno scudetto".
Il debutto in prima squadra con Spalletti.
"A Genova, contro la Sampdoria. Un bel ricordo. Anche se io non sono un tipo romantico che si ferma a pensare a queste cose, giro pagina e vado oltre".
E' vero che con l'allentore c'è stata anche qualche discussione?
"Una volta mi ha fatto entrare negli ultimi minuti e io volevo giocare di più: poi mi cercò negli spogliatoi, ma io ero all'antidoping e non mi trovò".
Raccontaci un altro episodio.
"Avevo un'Audi R8 con la quale andavo anche a Trigoria, Spalletti mi disse che se non avessi cambiato macchina non mi avrebbe fatto più giocare. Il giorno dopo mi sono presentato in Smart. Oggi, a 33 anni, dico che aveva ragione. Ma purtroppo si capisce sempre dopo".
Con Mihajlovic invece non ti prendevi molto.
"All'inizio andava bene, poi diciamo che abbiamo avuto un rapporto normale".
Nessun attrito?
"Una discussione, ma è stata una cavolata; niente di che".
Nel tuo passato c’è anche un provino col Milan.
"Andò bene, mi avevano praticamente preso. Prima di andare a firmare mi chiamò Bruno Conti dicendomi di andare a Trigoria. Lì hanno trovato lavoro per tutta la mia famiglia, così non ci ho pensato un attimo prima di accettare la Roma".
L'allenatore che ti ha dato di più? "Spalletti, Mazzarri e Conte, che l'ho avuto due anni in Nazionale. E' un allenatore umile, cerca di capire ogni singolo giocatore".
Come ti trovi al Başakşehir?
"Molto bene. Ho avuto diverse richieste anche da altri club qui in Turchia, ma ho deciso di rimanere. In campionato siamo partiti molto bene, così come anche in Conference League (dove sono primi nel girone con la Fiorentina, ndr)".
Ti piacerebbe tornare in Italia?
"Mai dire mai. A ogni sessione di mercato c'è qualche contatto, ma io cerco sempre la strada migliore per me: sono molto onesto con me stesso, non voglio accontentare il mio ego. Voglio stare dove posso divertirmi e dare il mio contributo al 100%".
@francGuerrieri