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Okafor salva il Milan (ancora una volta): il piano di Fonseca per il futuro
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ENTRA E DECIDE - Noah Okafor. Un nome, una sentenza in casa Milan. Entrato all’82’ al posto del capitano Davide Calabria (la cui sostituzione è stata accolta da una dose energica di fischi da parte del pubblico di fede rossonera presente a San Siro), l’attaccante svizzero ha apposto la propria firma sul debutto stagionale dei rossoneri in questo campionato di Serie A. 15 minuti ad alta intensità, a cercare spazi, a lottare, a trovare un guizzo che potesse salvare Fonseca da un amaro esordio e da una sconfitta che, sino al 96’, sembrava inevitabile.
ZONA OKAFOR – Ma, lo dicevamo, Okafor è una sentenza quando entra in campo. E anche ieri sera ne ha dato la perfetta dimostrazione. Reijnders amministra il pallone in mezzo al campo, si libera della pressione avversaria e gira sulla destra per Musah. Stop, uno sguardo al centro e cross a mezza altezza per un inserimento da dietro verso l’area. Ed è lì che Okafor si fa trovare pronto: piattone, Milinkovic-Savic battuto, pareggio per il Milan e tutto è bene (più o meno) quel che finisce bene. Ma l’elvetico non è nuovo a questi salvataggi in extremis per la formazione meneghina.
UNA PIACEVOLE ABITUDINE – Okafor, infatti, ha aggiunto un’altra rete alla sua serie di gol decisivi nei finali di partita. Sono 7 le sue marcature in Serie A, di cui 6 sono arrivate da subentrato. Andando ad analizzare tutti i suoi gol in rossonero in campionato, ci sono almeno tre episodi che saltano immediatamente all’occhio, dando prova di quanto Okafor sia stato determinante nell’ultima annata. Udinese-Milan, 20 gennaio: gol del 3-2, quello che completa la rimonta, al 93’. Lazio-Milan del 1° marzo: gol partita al minuto 88. Sassuolo-Milan di metà aprile: rete del 3-3 a sei minuti dalla fine. Tutti in trasferta, guarda caso. Okafor non sente la pressione, ma se comincia a segnare con questa frequenza anche davanti al pubblico di casa, significa che gli 870 minuti disputati lo scorso anno (una media di circa 30 minuti a match, con sole 6 presenze da titolare) sono destinati a salire nella corrente annata.
BRILLANTEZZA – Per un giocatore che ha siglato un gol o messo a referto un assist ogni 97' con la maglia del Milan in campionato, serve un piano chiaro e preciso per il futuro. Okafor sta bene, è in buona forma (pur essendo stato convocato dalla Svizzera a Euro 2024) e ha già fatto vedere – contro il Monza, nel Trofeo Berlusconi – tutta la voglia che ha di incidere, di essere importante per questa squadra. Si sente bene, è brillante e, come visto ieri, decisivo quanto conta. E allora i prossimi mesi – a partire già, in realtà, da questi 12 giorni che ci separano dalla chiusura di questa sessione estiva di calciomercato – saranno fondamentali per capire che ruolo avrà Okafor in questo Milan.
PIANI PER IL FUTURO – Gli Europei in terra tedesca non sono andati come lo svizzero si aspettava: il commissario tecnico Yakin non gli ha concesso spazio, relegandolo in fondo alla fila tra le scelte del reparto offensivo. E allora Okafor si è presentato con tutta la grinta e la determinazione di chi sente la necessità di spaccare il mondo. Non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, chiaramente, ma i primi guizzi fatti notare in queste ultime uscite portano a pensare a un giocatore che si sente pronto a diventare importante e che punta a ritagliarsi un ruolo primario nelle gerarchie di Fonseca. E in un periodo nel quale si è parlato tanto di mercato (alcune indiscrezioni lo indicavano come pedina di scambio nell’affare con Tammy Abraham, centravanti inglese della Roma) e di liste per Serie A e Champions League (una possibile esclusione sembrava essere nell’aria), ecco che una rete scaccia pensieri era esattamente ciò che serviva. Senz’altro, nella sua posizione a sinistra c’è l’intoccabile Rafa Leao, ma la convinzione, dopo Milan-Torino, è che Okafor possa servire come vice Morata – già decisivo nei suoi primi minuti in rossonero – e possa scalzare Luka Jovic nelle gerarchie di Paulo Fonseca. Servirà una decisione forte, quanto precisa da parte del tecnico lusitano e di tutto il board meneghino. Okafor lavora (a testa bassa, dando sempre tutto se stesso a Milanello) e salva il Milan da una sconfitta all’esordio in campionato. E a chi di dovere la scelta sul futuro, ma del talento di questo Okafor non si può fare a meno.
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