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    Okafor salva il Milan (ancora una volta): il piano di Fonseca per il futuro

    Okafor salva il Milan (ancora una volta): il piano di Fonseca per il futuro

    • Gabriele Stragapede
    Ricordate la zona Cesarini? Impossibile per un appassionato dimenticarsene. È un’espressione sportiva – prettamente calcistica coniata il il 13 dicembre 1931 a Torino, fra l'Italia e l'Ungheria, in una partita valida per la Coppa Internazionale vinta dall’Italia all’ultimo secondo grazie a un gol proprio di Cesarini – utilizzata per indicare un fatto, un’azione importante, una rete realizzata durante i minuti conclusivi e di recupero. L'espressione fa riferimento a Renato Cesarini, mezzala della Juventus nella prima metà degli anni 30 del XX secolo, il quale realizzò diversi gol nei minuti finali di partita. Ecco, spostiamoci di più di 90 anni in avanti e troviamo un fiero esponente di questa tradizione calcistica.

    ENTRA E DECIDE - Noah Okafor. Un nome, una sentenza in casa Milan. Entrato all’82’ al posto del capitano Davide Calabria (la cui sostituzione è stata accolta da una dose energica di fischi da parte del pubblico di fede rossonera presente a San Siro), l’attaccante svizzero ha apposto la propria firma sul debutto stagionale dei rossoneri in questo campionato di Serie A. 15 minuti ad alta intensità, a cercare spazi, a lottare, a trovare un guizzo che potesse salvare Fonseca da un amaro esordio e da una sconfitta che, sino al 96’, sembrava inevitabile.

    ZONA OKAFOR – Ma, lo dicevamo, Okafor è una sentenza quando entra in campo. E anche ieri sera ne ha dato la perfetta dimostrazione. Reijnders amministra il pallone in mezzo al campo, si libera della pressione avversaria e gira sulla destra per Musah. Stop, uno sguardo al centro e cross a mezza altezza per un inserimento da dietro verso l’area. Ed è lì che Okafor si fa trovare pronto: piattone, Milinkovic-Savic battuto, pareggio per il Milan e tutto è bene (più o meno) quel che finisce bene. Ma l’elvetico non è nuovo a questi salvataggi in extremis per la formazione meneghina.

    UNA PIACEVOLE ABITUDINE – Okafor, infatti, ha aggiunto un’altra rete alla sua serie di gol decisivi nei finali di partita. Sono 7 le sue marcature in Serie A, di cui 6 sono arrivate da subentrato. Andando ad analizzare tutti i suoi gol in rossonero in campionato, ci sono almeno tre episodi che saltano immediatamente all’occhio, dando prova di quanto Okafor sia stato determinante nell’ultima annata. Udinese-Milan, 20 gennaio: gol del 3-2, quello che completa la rimonta, al 93’. Lazio-Milan del 1° marzo: gol partita al minuto 88. Sassuolo-Milan di metà aprile: rete del 3-3 a sei minuti dalla fine. Tutti in trasferta, guarda caso. Okafor non sente la pressione, ma se comincia a segnare con questa frequenza anche davanti al pubblico di casa, significa che gli 870 minuti disputati lo scorso anno (una media di circa 30 minuti a match, con sole 6 presenze da titolare) sono destinati a salire nella corrente annata.

    BRILLANTEZZA – Per un giocatore che ha siglato un gol o messo a referto un assist ogni 97' con la maglia del Milan in campionato, serve un piano chiaro e preciso per il futuro. Okafor sta bene, è in buona forma (pur essendo stato convocato dalla Svizzera a Euro 2024) e ha già fatto vedere – contro il Monza, nel Trofeo Berlusconi – tutta la voglia che ha di incidere, di essere importante per questa squadra. Si sente bene, è brillante e, come visto ieri, decisivo quanto conta. E allora i prossimi mesi – a partire già, in realtà, da questi 12 giorni che ci separano dalla chiusura di questa sessione estiva di calciomercato – saranno fondamentali per capire che ruolo avrà Okafor in questo Milan.

    PIANI PER IL FUTURO – Gli Europei in terra tedesca non sono andati come lo svizzero si aspettava: il commissario tecnico Yakin non gli ha concesso spazio, relegandolo in fondo alla fila tra le scelte del reparto offensivo. E allora Okafor si è presentato con tutta la grinta e la determinazione di chi sente la necessità di spaccare il mondo. Non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, chiaramente, ma i primi guizzi fatti notare in queste ultime uscite portano a pensare a un giocatore che si sente pronto a diventare importante e che punta a ritagliarsi un ruolo primario nelle gerarchie di Fonseca. E in un periodo nel quale si è parlato tanto di mercato (alcune indiscrezioni lo indicavano come pedina di scambio nell’affare con Tammy Abraham, centravanti inglese della Roma) e di liste per Serie A e Champions League (una possibile esclusione sembrava essere nell’aria), ecco che una rete scaccia pensieri era esattamente ciò che serviva. Senz’altro, nella sua posizione a sinistra c’è l’intoccabile Rafa Leao, ma la convinzione, dopo Milan-Torino, è che Okafor possa servire come vice Morata – già decisivo nei suoi primi minuti in rossonero – e possa scalzare Luka Jovic nelle gerarchie di Paulo Fonseca. Servirà una decisione forte, quanto precisa da parte del tecnico lusitano e di tutto il board meneghino. Okafor lavora (a testa bassa, dando sempre tutto se stesso a Milanello) e salva il Milan da una sconfitta all’esordio in campionato. E a chi di dovere la scelta sul futuro, ma del talento di questo Okafor non si può fare a meno.

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