Nuovo Milan, strategia perfetta: lo spettro di Fassone e Mirabelli non c'è più, ma il calcio d'agosto ora finisce
Dobbiamo dire che la scelta è stata strategica e molto intelligente. Se Furlani avesse sbandierato subito ai quattro venti che avrebbe sostituito con Moncada un monumento come Paolo Maldini avrebbe avvelenato ancora di più una piazza già in subbuglio per l’incomprensibile decisione di separarsi dal grande artefice della rinascita milanista. Non solo. Avrebbe messo in tremenda difficoltà lo stesso Moncada in procinto di caricarsi sulle spalle una pesante eredità e un’altrettanto pesante contestazione. Il tutto alla vigilia della cessione di Tonali al Newcastle. La gente e la stampa avrebbero immediatamente individuato in Moncada il grande responsabile della rivoluzione tecnica e della cessione della giovane bandiera.
E invece Furlani è stato molto astuto nel proteggere il più possibile Moncada e nel farlo lavorare in tranquillità durante tutta l’estate di mercato. Ora, a campagna acquisti quasi completata (e a campagna cessioni lontana dall’esserlo), la società ha annunciato ufficialmente il nuovo ruolo del dirigente francese. Il timing è stato perfetto perché a due mesi di distanza dall’esonero di Maldini l’umore della piazza e il sentiment dell’opinione pubblica è radicalmente cambiato. La nuova dirigenza, agli occhi di tutti, non è solo quella che ha “cacciato” il monumento Maldini ma è diventata soprattutto quella che ha acquistato nove giocatori nove con i quali si può sognare in grande. E dunque la nomina di Moncada non ha più le sembianze di un “affronto” alla storia del Milan, ma di un riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto dall’ex capo scouting quest’estate.
Tutto perfetto finora, bisogna riconoscerlo. Anche l’esordio in campionato. In molti temevamo che trovare l’equilibrio con 9 giocatori nuovi in rosa sarebbe stato difficile per Pioli. Avevamo perplessità soprattutto per la fase difensiva, con così tanti giocatori dalle spiccate caratteristiche offensive. I dubbi, in questo senso, ci sono ancora, ma è dalla stessa società che trapela la convinzione di avere una squadra che punterà a fare un gol in più dell’avversario, non a prenderne uno in meno. Una squadra con una spiccata mentalità europea. Quindi il progetto è chiaro e coerente. E, cosa che non guasta, nella prima partita, la porta di Maignan è rimasta inviolata.
Quindi, per il momento bene, anzi benissimo così. Senza contare che ci sono ancora tante risorse da mettere in campo e da scoprire. E’ difficilissimo stabilire ora se il Milan di Furlani e Moncada farà meglio di quello di Maldini e Ibra, ma di certo, quello che è successo quest’estate è stato frutto di una pianificazione studiata e senza nessuna improvvisazione. Le mosse, anche a livello mediatico, sono state caute e pensate con misura ed equilibrio. Da questo punto di vista il timore che si ripetesse la drammatica esperienza del Milan di Fassone e Mirabelli con gli 11 discutibili acquisti strapagati senza un minimo di strategia e la fascia di capitano assegnata per contratto a un grande “uomo-squadra” come Bonucci, è svanito. Le premesse di questo nuovo Milan che sta nascendo sono decisamente migliori. Dobbiamo dire che, rispetto ai già citati dirigenti “cinesi”, da parte di Furlani e Moncada non abbiamo nemmeno visto la stessa furia iconoclasta finalizzata a cancellare il lavoro di Paolo Maldini, per intenderci quella che Fassone e Mirabelli avevano avuto per il Milan di Galliani. Dunque un altro punto di merito per la nuova giovane dirigenza che, non avrà la storia, il carisma, il peso, l’esperienza e le conoscenze di Maldini ma finora ha lavorato molto bene. E pare avere a cuore il bene del Milan prima dei propri interessi personali. Esattamente come l’ex capitano. Ora però, come diceva Ramaccioni, il “calcio d’agosto” sta per finire. E saranno, come sempre, i risultati a dare o meno ragione alle strategie. Il fatto che Furlani e Moncada le abbiano però è già una buona base.