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    Nuovi positivi e quarantena? Premier e Liga come la Germania, l'Italia resta l'unica a farsi del male da sola

    Nuovi positivi e quarantena? Premier e Liga come la Germania, l'Italia resta l'unica a farsi del male da sola

    • Emanuele Tramacere
    I campionati di calcio che non sono ancora stati costretti a chiudere i battenti stanno provando con tutta la propria forza a rimettere in moto i propri meccanismi in questa fase 2, per cercare di ripartire e finire la stagione. Fra i più importanti Premier League, Liga, Bundesliga e Serie A hanno avviato un confronto diretto con i rispettivi governi al fine di delineare una linea guida, un protocollo, per la ripartenza degli allenamenti collettivi e della stagione e se in Germania la linea è stata chiara fin dall'inizio ora in tutte le altre realtà ci si sta avviando ad una soluzione finale in cui, purtroppo, l'Italia sta restando sempre più sola.

    IL CASO BUNDESLIGA - Come detto la Germania è stata la prima a riaprire i battenti con un rigidissimo protocollo che ha subito portato i suoi effetti tanto da portare al via libera alla ripresa del campionato a partire dal 16 maggio. Prima gli allenamenti individuali, poi quelli collettivi sono ripartiti con i giocatori che si recano al campo di allenamento con la propria vettura, non possono né lavarsi né pranzare all'interno del centro e sono sottoposti ad un processo di screening accurato quotidianamente al momento dell'arrivo al campo. In caso di nuova positività, inoltre, solo il singolo giocatore contagiato è messo in isolamento, con il resto della squadra che, invece, è sottoposta a nuovi controlli approfonditi (tamponi) più costanti nel tempo. Tutte le spese sostenute sono a carico dei club.

    LIGA - La Liga si è subito rimessa in moto seguendo il protocollo tedesco e avviando 4 fasi per la ripartenza che hanno portato prima a uno screening medico e poi agli allenamenti individuali. Presto verrà dato il via libera agli allenamenti di gruppo e infine a quelli collettivi, ma in caso di nuova positività solo il singolo giocatore sarà messo in isolamento con il resto della squadra che continuerà ad allenarsi e sarà sottoposta a tamponi.

    PREMIER - Per la Premier League non c'è ancora l'ufficialità, ma se nella giornata di ieri è arrivato il via libera da parte del Premier Boris Johnson alla ripresa dei campionati a partire dal 1 giugno, domani i club di Premier League si riuniranno per mettere nero su bianco il protocollo medico per la ripartenza. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa inglese (LEGGI QUI), anche per la Premier League sarà adottato il modello tedesco con l'isolamento individuale degli eventuali casi di nuova positività al virus.

    LA SERIE A RESTA SOLA - E l'Italia? Fa registrare un mezzo passo avanti nella "trattativa" con il governo, ma anche un mezzo passo indietro verso la ripartenza. Di fatto l'input dato dal Comitato Tecnico Scientifico del governo non solo mette all'angolo il calcio italiano, ma costringe il movimento a farsi del male da solo (LEGGI QUI). La scelta è infatti quella di obbligare le squadre a seguire un protocollo sia rigido che restringente e che, in caso di nuova positività, lascia soltanto un'opzione, estremamente complessa da gestire, alle squadre. Il protocollo, infatti, imporrà di mettere in quarantena l'intero organico per 14 giorni, lasciando in mano ai medici sociali la responsabilità, civile e penale, di eventuali danni (scatenando anche la rivolta di alcuni dei medici che hanno già minacciato le dimissioni come testimoniato oggi dall'ex medico della Nazionale e presidente dell'Assomedici Castellacci)

    LA SOLUZIONE - ​I ministri Spadafora e Speranza, di fatto, hanno scelto di rimandare la palla della responsabilità sul proseguo del campionato nelle mani dei club ignorando quella che, fin dal principio, poteva e doveva essere la soluzione auspicata da tutti. Il problema di fondo, infatti, è rappresentato dall'articolo 1 del Dpcm datato 21 febbraio 2010 che recita: "​È fatto obbligo alle Autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19". Finché il Premier Conte non cambierà questo articolo, non si potrà in Italia procedere diversamente. Per ora la palla passa alla Figc che già da domani proverà ad adeguare il protocollo per andare incontro alle richieste del Cts. Basterà per far ripartire il calcio? In Italia tutti lo sperano, ma all'estero Liga, Premier e Bundesliga sono già, e molto, più avanti.
     

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