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Calcio e ripresa, il Governo è rimasto a guardare per due mesi: con questo protocollo è impossibile finire i campionati
Inutile girarci intorno, fino a quando non ci sarà un vaccino sarà necessario convivere con il virus. Ed è obbligo di chi guida il Paese trovare una soluzione anche per il calcio, così come succede per qualsiasi altra attività. Il protocollo imposto dal Comitato tecnico-scientifico, che obbliga la quarantena di tutta la squadra per 14 giorni in caso di calciatore positivo al coronavirus, è una spada di Damocle sul campionato. Un sicario pronto a sparare. Così è impossibile pensare di ripartire e chiudere i campionati. E di programmare anche i prossimi. Davvero vogliamo credere che con quasi 4 milioni di contagi del mondo (dichiarati) il calcio sia immune da nuovi positivi? Davvero non ci attendiamo nuovi casi nelle prossime settimane e, su questo gli studiosi sono certi, in autunno, quando ci sarà una seconda ondata?
Il tempo dell'attesa è finito, dentro o fuori. Con l'obbligo di isolamento di tutta la squadra per 14 giorni in caso di calciatore positivo è utopico pensare di far ripartire il calcio. Ma questo era già chiaro due mesi fa. Che cosa è stato fatto in tutto questo tempo per trovare una soluzione? Il Governo dica cosa vuole fare. Se vuole chiudere il calcio fino a data da destinarsi o se vuole trovare davvero un piano per andare avanti.