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Novellino: 'Lasciare la Samp fu la mia rovina. Giampaolo non faccia come me'
"Ah, Diana... Grande gol, grande impresa. Ricordo perfettamente quella partita, era la Juventus di Capello, una corazzata" racconta Novellino ha l'edizione genovese de La Repubblica ripercorrendo il successo dei blucerchiati sui bianconeri. "Forse all’inizio ci hanno un po’ snobbato, tenne fuori Ibrahimovic, lo inserì solo nel secondo tempo. Ma noi quell’anno andavamo come schegge. Era il 2005. Fu una gioia immensa. Castellini su un corner prese la traversa, Diana scaraventò la palla in porta. Non era la Sampdoria di adesso, la società spendeva meno, meno investimenti. Però c’erano Marotta, Paratici, Asmini, mi conoscevano bene, tutti acquisti mirati, funzionali al mio gioco. Da quando non lavoro più con loro tre, come allenatore, lo riconosco, faccio più fatica".
Anche a distanza di anni, Novellino ripete sempre un mantra: "Sbagliai a lasciare la Sampdoria. In senso buono, è stata la mia rovina, perchè ci penso sempre, ogni volta che arrivo in qualche piazza, cerco di ripetere ciò che ho fatto a Genova. Ma è impossibile, perchè la Sampdoria per lavorare è una società unica, organizzata, con un ambiente eccezionale e una tifoseria stupenda. Invidio Giampaolo. Lui è molto bravo, ma so anche che è nelle condizioni migliori per dare il meglio. E’ stato il momento più alto della mia carriera, anche se devo riconoscere di aver vinto molto, le promozioni in A con la stessa Sampdoria, con il Napoli, il Piacenza, il Venezia. Ma con quella squadra capace di vincere a Torino finimmo quinti, ad un punto dall’Udinese e da quel quarto posto che significava Champions League. Mancammo il traguardo per un pelo e anni dopo si è saputo che quel finale di stagione non era stato pulito, che la Sampdoria era stata penalizzata dai giochi di palazzo".
Novellino 'avvisa' Allegri: "Farebbe male la Juventus a sottovalutare questa Sampdoria di Giampaolo, che a me piace molto per i principi che porta avanti. Gioca a calcio, con una linea difensiva molto alta, che consente il recupero della palla prima. E’ una squadra costruita molto bene, complimenti a Pecini e allo scouting, e più in generale al presidente Ferrero, che sa gestire bene l’azienda. Qualcuno lo deride, ma a me pare molto intelligente". L'obiettivo Europa è quindi alla portata? "Perchè no? L’Atalanta è la squadra che mi ha impressionato di più, ma dopo c’è la Sampdoria, meglio della Fiorentina, anche se adesso dopo la tragedia Astori si è compattata, e del Torino" rivelano Novellino. "I tifosi possono essere il valore aggiunto, impossibile quando entri in campo non guardare a sinistra, dimenticare la Sud. Un consiglio a Giampaolo? Ha vinto tre derby di fila come me, grazie per non avermi battuto. Scherzi a parte - conclude l'ex tecnico blucerchiato - se può non lasci la Sampdoria. Io mi pento ancora adesso..."