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  • Non solo Calciopoli, la storia dell'altro scudetto conteso: 1915, Genoa-Lazio

    Non solo Calciopoli, la storia dell'altro scudetto conteso: 1915, Genoa-Lazio

    • Alessandro Bassi
    La partita tra Genoa e Lazio, un secolo e spiccioli fa, avrebbe potuto valere il titolo di campione d'Italia. Ancora oggi, ciclicamente, se ne discute di quel campionato 1914/15, campionato mai finito per colpa della Prima guerra Mondiale. I fatti sono complessi, stratificati sotto la polvere dei tantissimi anni trascorsi, ma proviamo comunque a fare un po' di chiarezza, sempre in attesa che la FI.G.C. deliberi sul ricorso pendente. Quella che vi raccontiamo è la storia del primo scudetto conteso fuori dal campo della storia del calcio italiano, quasi un secolo prima di Calciopoli, del 2006, di Juventus e Inter

    LA FORMULA DEL CAMPIONATO - L'1 e il 2 agosto 1914, mentre l'Italia dichiarava la sua neutralità nel conflitto bellico che stava scoppiando sempre più fragoroso, a Torino durante l'assemblea federale venne deliberato il nuovo organigramma del campionato, il quale, per quanto riguarda il nord, venne suddiviso in 6 gironi regionali al termine dei quali, le migliori due di ciascun girone e le quattro migliori terze avrebbero formato i quattro gironi di semifinale e le vincenti di ciascun girone di semifinale avrebbero poi formato il girone finale che avrebbe laureato il vincitore del nord. Per il centro vennero organizzati due gironi, uno toscano e uno laziale; le migliori due di ciascun girone avrebbero formato il girone finale. Completava il quadro il – chiamiamolo così – girone campano al quale erano iscritte due sole squadre, entrambe di Napoli, il cui vincitore avrebbe disputato la finale del centro-sud con la vincente del girone finale del centro. La vincente della finale del centro-sud avrebbe incontrato nella finalissima nazionale la vincente del girone nord.

    L'ITALIA ENTRA IN GUERRA - Il campionato al nord iniziò il 4 ottobre, mentre al centro prese il via domenica 1° novembre 1914. Durante i primi mesi del 1915, mentre la guerra si faceva sempre più aspra, dura e lunga, l'Italia, attraverso una fittissima e spesso intricata attività diplomatica, arrivò prima a stipulare il Patto con le forse dell'Intesa e quindi a dichiarare guerra al suo alleato, l'Austria-Ungheria. Il 22 maggio 1915 veniva proclamato lo stato di guerra e il 23 l'Italia entrava in guerra; lo stesso giorno veniva sospeso il campionato di calcio, quando le partite ancora da disputare, in programma per il 23 maggio, erano le seguenti:

    GENOA-TORINO
    MILAN-INTERNAZIONALE
    PISA-ROMAN
    LAZIO-LUCCA

    Come abbiamo detto, la formula prevedeva che la vincente del girone nord incontrasse in finalissima chi fosse risultato vincitore tra la vincente del girone centrale e la vincente del girone campano. La precisazione non appare di poco conto, e adesso vediamo perché.  Tutto ancora aperto. Mentre nel girone finale del nord il Genoa comandava con due soli punti di vantaggio su Torino ed Internazionale e quindi teoricamente ancora in tre squadre potevano ambire  a qualificarsi per la finalissima nazionale, nel girone finale del centro molta confusione desta la posizione del Lucca poiché alcune fonti danno per certa e per notificata alla F.I.G.C. la rinuncia al campionato della squadra toscana per problemi di natura economica, mentre altre fonti tacciono sul punto o addirittura parlano di incontro che verrà recuperato. Ammesso quindi che la Lazio avesse effettivamente vinto il girone, rimaneva comunque da disputare la finale del centro-sud contro la vincente del girone campano, girone che in realtà era un'eliminatoria tra le due squadre di Napoli, il Naples e l'Internazionale. Dette squadre giocarono le due partite in aprile ma entrambi gli incontri vennero annullati per tesseramenti irregolari di un paio di giocatori e programmati nuovamente per il 14 e 21 maggio: come sappiamo, l'incontro del 14 venne regolarmente giocato e vide la vittoria dell'Internazionale (3-0), ma non venne mai giocato il ritorno. Per altre fonti, invece, venne disputato anche l'incontro di ritorno, con la vittoria del Naples per 4-1. Fatto è che con la dichiarazione di guerra tutto venne sospeso e al termine del conflitto bellico la F.I.G..C. decise di premiare il Genoa. 

    GENOA CAMPIONE PER DECISIONE 'POSTUMA' DELLA FIGC - La decisione di assegnare il titolo al Genoa venne definitivamente presa nel 1921, ma già nel 1919 la decisione era pressoché certa e ufficiale, tanto da essere riportata anche dagli organi di informazione e ciò pare abbia portato Torino e Internazionale di Milano ad alzare la voce e a far sentire le evidentemente legittime proteste; di analoghi reclami presentati da Lazio e Internazionale di Napoli, invece, non ne ho rinvenuto traccia. 

    A ben vedere, dunque, la decisione federale di assegnare il titolo di campione d'Italia al Genoa presta il fianco a più di una critica. In realtà fu un errore che già Emilio Colombo sulle colonne de Lo Sport Illustrato del 10 giugno 1915 si augurava non venisse compiuto, ma le sue parole non vennero ascoltate e così, terminata la guerra, la Federazione accolse le lagnanze e le richieste dei genoani senza curarsi di eventuali altri pretendenti. Che in realtà c'erano ma, come abbiamo visto, o protestarono flebilmente o non si mossero affatto per ottenere un riconoscimento. Internazionale di Milano, Torino, Lazio e Internazionale di Napoli teoricamente erano – al momento dell'interruzione – ancora in lizza per la vittoria finale ma nessuna di esse presentò reclamo

    LE MOTIVAZIONI DELLA DECISIONE FEDERALE - La F.I.G.C. assegnò il titolo al Genoa principalmente per due ragioni: una, diciamo così, di politica sportiva e l'altra più schiettamente di campo. Quella politica è la più rilevante, a modesto parere di chi scrive. La Federazione dell'epoca era molto diversa da quella attuale, molto legata agli ambienti nordisti e assegnare il titolo al Genoa aveva il significato di premiare una società che aveva avuto un ruolo di assoluto primo piano negli anni pionieristici del football nostrano e che ancora aveva parecchi dirigenti attigui agli ambienti federali. Inoltre un'altra ragione che aveva fatto propendere la Federazione per questa decisione era l'assoluto divario tecnico che esisteva tra le squadre del nord e quelle del sud, divario oggettivo: da quando (stagione 1912/13) il campionato di prima categoria era stato aperto anche alle squadre del centro-sud, la finale si era sempre risolta in una passeggiata per le squadre del nord e la stessa stampa nazionale per celebrare il campione d'Italia non aspettava certo la finalissima nazionale, ma i titoli e gli elogi li spendeva già per chi vinceva la finale del nord, identificando quella finale con la finalissima.

    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)
     

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