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    Neymar, un calciatore sopravvalutato

    Neymar, un calciatore sopravvalutato

    • Furio Zara
    Neymar ha venticinque anni e sei mesi. Alla sua età - venticinque anni compiuti - Maradona vinceva - da solo - il Mondiale messicano. Alla sua età Pelè di Mondiali ne aveva già vinti due. Alla sua età Messi era già - oh, se lo era - Messi. Leo stava vincendo il suo sesto titolo nazionale col Barcellona, aveva messo in cantiere tre Champions ed era stato nominato per quattro volte Pallone d’Oro. Hai detto niente. Alla sua età Cristiano Ronaldo era al suo primo anno di Real Madrid, in bacheca - col Manchester - aveva piazzato un Pallone d’Oro, una Champions e tre Premier. Alla sua età Crujff aveva impilato tre Coppe dei Campioni con l’Ajax, ma in realtà aveva fatto molto di più: aveva cambiato il calcio. Alla sua età Van Basten aveva già mostrato miracoli a iosa, Baggio - alla sua età - dava l’idea di essere un’apparizione divina, Rivera aveva una personalità che lui se la sogna, Best era diventato il simbolo di una intera generazione, Ronaldo il Fenomeno aveva già dato il meglio tra Psv, Barcellona e Inter, Ronaldinho aveva appena fatto il percorso inverso rispetto a quello che sta facendo lui: era cioè passato dal Psg al Barcellona, facendo un salto in avanti. E potremmo andare avanti con la lista. Questo per dire che: finora, per quello che ha fatto, nella storia del calcio Neymar un posto lo trova, sì, ma non in platea, non nelle prime file, non nei primi 20, nemmeno nei primi 30, facciamo nemmeno nei primi 50?

    Questo per dare il peso specifico del nostro. Però: è lui il campione del momento. In bacheca, i trofei più prestigiosi sono una Champions (2014-15), due vittorie nella Liga (2014-15 e 2015-16) e un oro alle Olimpiadi (Rio, 2016). Tanto? Poco? Fate voi. A venticinque anni Neymar, detto «O Ney» sull’onda di O Rey Pelè, si è rivelato giovanissimo ed è sulla scena da otto anni, per cui può definirsi un talento che rischia di rimanere «precoce» in eterno. La domanda non deve essere: vale quei soldi? La domanda è: quanto vale in campo? Chiediamoci: al di là dei colpi da circo e delle perle seminate qua e là - vedi l’ultimo gol - strabiliante - alla Juve - è Neymar un giocatore decisivo? Lasciamo a voi la risposta. La nostra l’avete intuita. Una cosa è certa: chi compra Neymar compra un’azienda, un marchio, un’assicurazione sul merchandising. Piquè assicura che il compagno non ha ancora deciso cosa fare. Quella vecchia lenza di Dani Alves lo tira per la giacca: «Deve essere egoista». Tradotto: pensi ai soldi e mi raggiunga al Psg. Neymar - e il suo entourage - si limitano a lanciare segnali. Il Barcellona vuole 222 milioni sull’unghia.

    Tutto l’affarone farà girare - ufficialmente - quasi mezzo miliardo di euro. Sarà - se tutto andrà liscio - l’affare più costoso della storia del calcio. Sposterà qualche equilibrio tra le grandi d’Europa, questo è certo, soprattutto per la reazione a catena che si verrà a creare; ma non sposterà di una virgola il corso della Storia di questo calciatore sopravvalutato. E quindi: noi abbiamo l’idea che Neymar sia la perfetta equazione di questi anni frenetici di «Fast and Football», gol e red carpet, colpi di tacco e marchette. Pelè - uno che ha sparso complimenti anche a perfetti sconosciuti - di Ney un paio d’anni fa ha detto: «Pensa troppo ai suoi capelli». Pochi trofei e molte meches dopo, abbiamo la sensazione che Pelè avesse allora e abbia oggi a due anni di distanza ragione da vendere.

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