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Neymar, un calciatore sopravvalutato
Questo per dare il peso specifico del nostro. Però: è lui il campione del momento. In bacheca, i trofei più prestigiosi sono una Champions (2014-15), due vittorie nella Liga (2014-15 e 2015-16) e un oro alle Olimpiadi (Rio, 2016). Tanto? Poco? Fate voi. A venticinque anni Neymar, detto «O Ney» sull’onda di O Rey Pelè, si è rivelato giovanissimo ed è sulla scena da otto anni, per cui può definirsi un talento che rischia di rimanere «precoce» in eterno. La domanda non deve essere: vale quei soldi? La domanda è: quanto vale in campo? Chiediamoci: al di là dei colpi da circo e delle perle seminate qua e là - vedi l’ultimo gol - strabiliante - alla Juve - è Neymar un giocatore decisivo? Lasciamo a voi la risposta. La nostra l’avete intuita. Una cosa è certa: chi compra Neymar compra un’azienda, un marchio, un’assicurazione sul merchandising. Piquè assicura che il compagno non ha ancora deciso cosa fare. Quella vecchia lenza di Dani Alves lo tira per la giacca: «Deve essere egoista». Tradotto: pensi ai soldi e mi raggiunga al Psg. Neymar - e il suo entourage - si limitano a lanciare segnali. Il Barcellona vuole 222 milioni sull’unghia.
Tutto l’affarone farà girare - ufficialmente - quasi mezzo miliardo di euro. Sarà - se tutto andrà liscio - l’affare più costoso della storia del calcio. Sposterà qualche equilibrio tra le grandi d’Europa, questo è certo, soprattutto per la reazione a catena che si verrà a creare; ma non sposterà di una virgola il corso della Storia di questo calciatore sopravvalutato. E quindi: noi abbiamo l’idea che Neymar sia la perfetta equazione di questi anni frenetici di «Fast and Football», gol e red carpet, colpi di tacco e marchette. Pelè - uno che ha sparso complimenti anche a perfetti sconosciuti - di Ney un paio d’anni fa ha detto: «Pensa troppo ai suoi capelli». Pochi trofei e molte meches dopo, abbiamo la sensazione che Pelè avesse allora e abbia oggi a due anni di distanza ragione da vendere.