Come all'andata, anche nel volo di ritorno di ieri della Nazionale italiana dal Brasile non c'erano posti per tutti in business. I giocatori si sono divisi di nuovo, metafora della spaccatura del gruppo, anche se qui era solo una questione di poltrone più comode e di anzianità azzurra: quelli con meno presenze si sono accomodati di nuovo in classe intermedia, separati dai Vip. C'era Immobile che zoppicava: lui è uscito contro l'Uruguay per infortunio, dopo aver provato a resistere dieci minuti buoni. "Come sto? Fa male, spero di guarire presto" ha raccontato al quotidiano La Repubblica. Claudicante anche De Rossi, che ha saltato l'atto finale per un problema al polpaccio. "Ma si risolverà da solo". Ombroso Aquilani, che con Perin, il terzo portiere, non ha giocato neppure un minuto e forse una chance la meritava. "Potrei stare meglio, in effetti". Balotelli per un po' si è staccato dagli altri, ha raggiunto la sua Fanny alla fila 27, scambiando con lei tenere effusioni prima di tornare al posto che gli era stato assegnato. Cassano, sempre tenero papà, ha preso in braccio Lionel, il più piccolo dei suoi pargoli. Ma la serenità del viaggio d'andata aveva lasciato il posto alla stanchezza, alla realtà di un fallimento e all'incertezza di un futuro in cui molti, per scelta (Pirlo), limiti tecnici o caratteriali (Cassano, Balotelli) non sono sicuri di far parte.