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    Napolimania: manca Osimhen e non si segna, senza di lui e con Mazzarri il crollo

    Napolimania: manca Osimhen e non si segna, senza di lui e con Mazzarri il crollo

    • Giovanni Annunziata
    Il pomeriggio dell'Olimpico è stato soporifero, Napoli e Lazio non hanno regalato gol, neanche spettacolo e intensità. Uno 0-0 che è proprio lo specchio della gara, in cui le squadre hanno fatto poco e niente per provare a vincere la partita. Un paio di luci da sponda biancoceleste sono anche arrivate, come quel magnifico gol in rovesciata di Castellanos, che però alla fine diventa il nulla, dato che era in offside. Nulla ancor più grande dei partenopei, perché si registra il segno "0" nella casella tiri verso lo specchio. Un dato che è tanto deprimente, non si crea abbastanza e soprattutto quando lo si fa si diventa imprecisi negli ultimi metri tra le scelte e la finalizzazione. Una cosa (quella delle zero conclusioni in porta) che non accadeva dal lontano 1 aprile 2012. No, non è un pesce d'aprile, è tutta una brutta realtà e se si continua così diventa complicato segnare.

    Non ci si può rifugiare neanche nelle assenze, che sono tante, è vero, ma anche contro l'Inter in Supercoppa in termini numerici siamo lì. Un solo tiro nello specchio, quello di Kvara parato da Sommer. La produzione offensiva del Napoli oggi è preoccupante, da quando Mazzarri è sulla panchina azzurra addirittura 8 partite su 14 (tra campionato, Champions, Coppa Italia e Supercoppa) sono finite senza che il Napoli segnasse. E in quasi tutte mancava Osimhen. Ora, che non si viva un momento idilliaco con il centravanti nigeriano è noto, così come il suo addio a fine stagione, annunciato dallo stesso De Laurentiis. Ma da qui a fine stagione serve come l'acqua nel deserto. Serve lui, il suo peso offensivo, i suoi gol.

    Nel frattempo Victor ha una Coppa d'Africa con un percorso presumibilmente ancora lungo da affrontare. E bisogna pensare al presente, perché non ci si può affidare solo a lui e la materia a disposizione è valida. Non di certo da nono posto. Si può costruire qualcosa anche con Raspadori prima punta, con i neoacquisti che vogliono portare freschezza, con Lobotka che dà strappi importanti lì in mezzo. E dalla prossima settimana con i recuperati da varie squalifiche, infortuni, coppe in giro per il mondo. Contro il Verona non si potrà sbagliare, non è ammesso neanche un solo punto. Può passare un gioco poco spumeggiante, è il prezzo da pagare in quest'anno di sofferenza. Ma non possono sfuggire i tre punti. Perché la Champions è più lontana: l'Atalanta oggi è quarta a quota 36, mentre il Napoli guarda qualche passo troppo indietro, non più a -3 ma scivolando a -4. Febbraio è dietro l'angolo e dovrà essere il mese della rinascita, non si può più sbagliare. E intanto le giustificazioni sono finite, tra acquisti effettuati e calciatori ritrovati. Ora è tempo di rigare dritto e tornare ad avere un atteggiamento da campioni d'Italia.

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