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    Napolimania: Gattuso si riscopre Sarri, Messi non sarà mai Maradona

    Napolimania: Gattuso si riscopre Sarri, Messi non sarà mai Maradona

    • Marco Giordano
    La prima volta di Messi nel tempio di Maradona, la prima volta di Mertens sul gradino più alto del trono dei bomber della storia del Napoli, la prima volta di Gattuso sulla panchina in una gara di Champions. Nella notte delle prime volte, c'è una sensazione, quella che per il Napoli sarà difficilissimo al Camp Nou con la qualificazione molto più orientata verso il Barcellona, ma con un'altra consapevolezza: dopo poco più di due mesi dal suo insediamento è nato il Napoli di Gattuso. Perché quella vista al San Paolo contro Messi e comapgni, è una squadra riconoscibile, che ha un'identità che aveva smarrito durante l'epoca Ancelotti, che ha recuperato concetti di gioco definiti, che ha trovato il sistema che esalti calciatori di sistema. Questo è il punto nodale che merita un maggiore approfondimento.

    GATTUSO COME SARRI - Il Napoli che fece sognare, quello non che non si può clonare per stessa definizione di Sarri, nacque dalla capacità dell'attuale tecnico della Juve di intuire quale fosse il sistema, quali fossero i principi che esaltassero il maggior numero di calciatori a propria disposizione. Fu un'intuizione talmente felice, talmente perfetta, che ne venne fuori La Grande Bellezza. Gattuso, che a Sarri si ispira ma che non fa pedissequi copia e incolla (così si devono interpretare anche certe sue dichiarazioni) ha percepito quali possono i margini della rosa rivisitata a gennaio che il club gli ha messo a disposizione, sta cercando solidità dagli equilibri difensivi (gli stessi da dove era partito Sarri con le macerie, in tal senso della gestione Benitez) e sta mettendo il talento al centro del villaggio, con un sistema che esalti i calciatori di maggior tasso qualitativo. In tal senso, la rinascita quasi contemporanea di Mertens, Insigne, Fabian e Zielisnki non può essere un caso, non può essere una mera coincidenza. 

    ARIA DI RINNOVO - Un tecnico che ha dimostrato di avere queste qualità, queste caratteristiche, non può che entrare a gamba tesa nel futuro del Napoli. Gli spifferi di Juric sono forti, anche nel clan Gattuso aleggia l'ombra dell'attuale allenatore del Verona come futuro tecnico del Napoli. De Laurentiis, però, non può far finta di non vedere, non può far finta di sorvolare su una ricostruzione in atto dopo le macerie lasciate da Ancelotti. Marzo diventerà un mese decisivo per i rinnovi: Mertens e Zielinski hanno dimostrato ancora una volta che sarà difficilissimo poter far a meno di giocatori come loro, Gattuso lo sta certificando rimettendo a posto i pezzi di un puzzle che si erano sparsi ai 4 venti. Ora, il pallino torna nelle mani del patron e della sua idea del Napoli per il prossimo futuro. 
     

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