Calciomercato.com

  • Getty Images
    Napolimania: la curva minaccia, Giacomelli risponda. Oppure paghi

    Napolimania: la curva minaccia, Giacomelli risponda. Oppure paghi

    • Marco Giordano
    Era il 14 maggio 2018 quando Lorenzo Insigne, nel corso di Sampdoria-Napoli si avvicina a Claudio Gavillucci, arbitro del match, dopo la sospensione della gara per cori di discriminazione territoriale e gli dice: “ma over fai?”: espressione tipicamente partenopea, ma comprensibilissima per un uomo di Latina. Per gli altri, quelli sfortunati che il napoletano non lo capiscono “over” sta per “davvero”: ma, ha un senso molto più forte di davvero, è lo stupore che, a seconda delle circostanze, si mischia a rabbia, soddisfazione o come rafforzativo del senso di meraviglia. Gavillucci oggi è al centro di un processo che finirà ai gradi più alti della giustizia, si ritrova fuori dai ranghi degli arbitri di Serie A per un procedimento sommario che tra, voti cancellati con il correttore che manco alle scuole elementari ed omissioni varie, continua a gettare ombre sulla gestione della classe arbitrale italiana.

    LA REAZIONE DI INSIGNE. Torniamo alla reazione di Insigne: uno napoletano nel midollo, di Frattamaggiore. Cresciuto tra mille difficoltà, tatuandosi la propria terra sul cuore, esportando napoletanità in Nazionale ed in giro per l'Europa. Eppure, Lorenzo stentava a credere che Gavillucci avesse applicato il regolamento, non lo fa nessuno: capitò solo ad Irrati in un'altra circostanza dopo un costante disprezzo del colore della pelle di Koulibaly. “Il mio assistito ha solo applicato il regolamento, ma gli organi competenti non lo hanno neppure riconosciuto nel referto”: ha ripetuto più volte l'avvocato di Gavillucci. Perché è scritto nelle leggi del calcio che bisogna sospendere le gare se ci sono cori di discriminazione territoriale. Se si offende un popolo. La Curva Nord dell'Atalanta ha già annunciato che se ne fregherà altamente, ha già fatto capire che, se vorrà, i cori ci saranno.

    LA SCELTA DI GIACOMELLI - Dopo le parole di Gravina, quelle di Ancelotti e quelle di altri alti dirigenti federali, oltre a quelle degli ultras orobici, tocca a Giacomelli di Trieste, l'arbitro designato per lunedì sera. A quelli che dicono che non bisogna essere sotto ricatto delle curve per la sospensione delle partite, bisogna rispondere, dal mio punto di vista, con fermezza estrema: tu discrimini con la tua idiozia, la tua squadra perde. Poi, vediamo come la metti con la stragrande maggioranza della tifoseria, con i calciatori, con il club. Giacomelli deve avere lo stesso coraggio di Gavillucci, deve essere e dare un esempio. Che si giochi a Bergamo o che si giochi a Napoli, ovviamente: puniamo, educhiamo ed aspettiamo che il legislatore stabilisca pene diverse, come le chiusure delle curve o le espulsioni mirate e durature. Negli anni 50 o 60 era diversa la sensibilità circa le battute sul colore della pelle o sugli orientamenti sessuali. È arrivato il momento di far capire che una sensibilità diversa ora c'è anche per un popolo che chiede e merita rispetto. Spero fortemente che Giacomelli non sia chiamato a prendere nessuna decisione difficile, ma se dovesse rimanere indolente, allora sarà colpevole. E se sarà colpevole dovrà essere il primo ad esser punito per la sua indolenza: altrimenti la colpa sarà del sistema tutto e tutti gli idioti saranno non solo autorizzati ma anche legittimati a discriminare un popolo ed una terra. Con la complicità del sistema calcio italiano.

    Altre Notizie