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    Napolimania: harakiri a Roma e fumo negli occhi, a Conte dopo la cessione di Kvara manca la ciliegina dal mercato

    Napolimania: harakiri a Roma e fumo negli occhi, a Conte dopo la cessione di Kvara manca la ciliegina dal mercato

    • Claudio D'Amato
    "Non dobbiamo buttare fumo negli occhi". Musica e parole di Antonio Conte alla vigilia di Roma-Napoli che, alla luce dell'epilogo del weekend azzurro, suonano quasi come un presagio. La risposta dell'allenatore leccese, pronunciata durante la conferenza stampa che ha preceduto il match dell'Olimpico, riguardava il mercato e la caccia al sostituto di Khvicha Kvaratskhelia ma si è rivelata la perfetta sintesi di quanto andato in scena in una domenica dalle forti… illusioni. Lukaku e compagni hanno visto sfumare vittoria e possibile +5 sull'Inter in pieno recupero, venendo riacciuffati da una Lupa brava a crederci e a sfruttare i metri concessi da un Napoli reo di essersi schiacciato troppo. Sia col passare dei minuti, che in seguito alle modifiche tattiche apportate nel finale.

    MINI-FUGA E RITORNO - Fino al 92' la mini-fuga sembrava cosa fatta, col pallonetto da ex spietato di Spinazzola (su lancio col contagiri dell'altra vecchia conoscenza giallorossa Juan Jesus) a preparare il terreno all'allungo su un'Inter ebbra di gioia quando De Vrij ha insaccato il pallone dell'1-1 nel derby. Un botta e risposta a distanza tra partenopei e nerazzurri deciso sul filo del rasoio che ai ragazzi di Conte aveva consentito di pensare in grandissimo, lasciando invece l'amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato. Il gol di Angelino ha reso immutate le distanze in vetta, congelando il +3 che stava per diventare +5.

    HARAKIRI ROMANO - Il pareggio dell'Olimpico sa di harakiri, perché il Napoli nel primo tempo l'aveva sbloccata, era riuscito ad assumere il comando del gioco guidato col joystick da un Lobotka in versione 'grandi appuntamenti' e - grazie a un Meret nuovamente decisivo - si era concesso di andare all'intervallo avanti di una rete neutralizzando le ripartenze della Roma. Il piano gara sviluppato in base agli eventi si è però rivelato controproducente a causa di una ripresa poco propositiva, con gli azzurri sempre più schiacciati man mano che passavano i minuti e colpevoli di aver lasciato campo e pallino alla squadra di Ranieri, il quale ha trasformato il massiccio e sorprendente turnover in chance utile a calare gli assi nella fase calda - aumentando qualità offensiva ed energie - e sferrare il colpo letale agli avversari.

    ERMETISMO TATTICO - A fare il paio con l'atteggiamento passivo assunto dal Napoli nel secondo tempo, si registrano mosse tattiche che anziché fornire solidità hanno abbassato ulteriormente i reparti e reso la trequarti partenopea una sorta di fortino attaccabile dalla Roma, colpito e affondato col sinistro volante di Angelino. Prematuro il cambio Mazzocchi-Neres, azzardato col senno di poi rimescolare le carte in extremis inserendo Raspadori accanto a Simeone per rialzare il raggio d'azione e dirottando l'ex Salernitana da sinistra a destra. Il cambio abito compiuto in corsa ha mandato in tilt i meccanismi difensivi varati, rodati e resi certezza nel corso di questi mesi e favorito l'assalto della Lupa, facendo svanire i sogni di allungo sull'Inter. Un po' come quando ti suona la sveglia sul più bello.

    ALTERNATIVE RIDOTTE - La beffa di Roma pone l'accento sulla già conclamata necessità - a più riprese evidenziata anche da Conte - di alzare il tasso di competitività della rosa e di accrescerla dal punto di vista numerico. Troppo risicate le carte a disposizione per adottare contromisure e modellare l'11 a seconda degli eventi, oltretutto non sempre garanzia di mantenimento del livello offerto da chi parte dall'inizio. Un tasto dolente che stona con una stagione fin qui da incorniciare e con le "tappe bruciate" dal nuovo corso.

    'MANNA' DAL MERCATO - "Gennaio è complicato, abbiamo fatto veramente quello che potevamo al massimo delle nostre potenzialità e capacità, economiche e del buon senso", ha dichiarato Giovanni Manna a DAZN nel pregara. Nel pensiero del ds è racchiusa la voglia di far progredire il progetto, a patto però che i parametri societari vengano rispettati. Il post-Kvara è divenuto una strada irta, per il resto ad uscite sono corrisposte entrate (Scuffet per Caprile, Billing per Folorunsho, Hasa per Zerbin): certo, ci si aspettava la ciliegina su una torta resa un po' meno prelibata dall'addio del georgiano, ma in tal senso si è lavorato e va tenuto conto che nelle trattative esiste anche chi è presente dall'altra parte del tavolo. Col rush finale alle porte e lo scontro diretto con l'Inter calendarizzato tra meno di un mese, Roma-Napoli ha confermato la sensazione di tifosi, addetti ai lavori e di chi risiede al timone: la base esiste, è stata ricostruita e vale, ma va implementata. Nell'immediato e in prospettiva.

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    800A
    800A

    La ciliegina è okafor ahahahah

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