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Napolimania: è tutta colpa di Gattuso, doveva andare in ferramenta
Ma non crediate che sia questa la ragione per la quale c’è stato questo vistosissimo calo di rendimento, così tanto che nella graduatoria delle ultime 5, fatidiche giornate (senza Osimhen e Mertens) la formazione di De Laurentiis sia 15esima posto, mentre dalla giornata uno all’undicesima, cioè il lasso temporale in cui mancava Osimhen ma c’era Mertens, era seconda in classifica a 24 punti (insieme all’Inter), tre punti sotto al Milan e con la sfida alla Juve da recuperare. Poi, per carità, potremmo anche dire che gli arbitri avrebbero contribuito perché non hanno assegnato tre rigori limpidissimi (Benevento, Milan e Bologna), ma dobbiamo togliere anche questo elemento dal conto.
Sapete perché? Perché l’unica colpa, gravissima, la dobbiamo a dare a Gattuso. Ma come mai non ci ha pensato? Quando ha iniziato questa nuova stagione sulla panchina del Napoli, avrebbe dovuto capire che un acquisto avrebbe dovuto farlo lui personalmente per migliorare la squadra, avrebbe dovuto comprare dal ferramenta una bella pialla da falegname, così da raddrizzare i piedi (e quindi la mira) di tanti calciatori che lui allena quotidianamente. Caro Gattuso, ma perché ti sei perso per così pochi spicci? A questo punto il dato dei tiri effettuati dal Napoli e quello dei gol segnati avrebbe potuto essere certamente più coerente. Senza soffermarsi troppo sul dato di Napoli-Spezia (27 tiri, 11 nello specchio della porta, una sola parata di Ospina contro le 8 di Provedel, con la formazione ligure che ha realizzato 2 gol con soli 4 tiri nello specchio), ci accorgiamo che nei 5 top campionati europei, il Napoli occupa il primo posto nella graduatoria dei tiri effettuati (19.1 di media per singola gara), mentre in quella delle conclusioni “on target” è secondo dietro al Barcellona (7.2 a gara), con una media di 7 tiri per ogni singola partita.
Poi, vai a leggere lo score delle reti realizzate sempre nei 5 top campionati del continente e il Napoli crolla al 14esimo posto. Allora, fuor di metafora, possiamo pure soffermarci sui fronzoli e cioè perché Lozano centravanti invece di Petagna o Llorente, però resta la realtà dei numeri che sono incontestabili: la squadra di Gattuso avrebbe potuto essere competitiva per lo scudetto se non avesse perso i due attaccanti che possono fare la differenza. Gli altri hanno dimostrato di essere troppo discontinui per meritare l’appellativo di calciatori superiori alla media.