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Napolimania: è diventata un’umiliazione, si aspetta la fine di uno scempio. In silenzio…
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In realtà ci sarebbe qualcosa per cui lottare, ovvero l’ottavo posto. Che non significherebbe solo Conference League (a prescindere dal risultato della finale della Fiorentina) ma anche evitare di scendere in campo già ad inizio agosto per affrontare i trentaduesimi di finale di Coppa Italia. Uno scenario pazzesco se si pensa alle origini di questo Napoli. Eppure la realtà dei fatti racconta questo, racconta di una squadra che viene travolta in pochi minuti da un Bologna in formato europeo. Rispetto all’andata è cambiato tutto, da un lato ci sono i felsinei che sono i favoriti e dimostrano di esserlo, dall’altro una semi squadra allo sbando totale. Semi squadra, certamente, perché dare anche un minimo di valore a ciò che si sta vedendo nell’ultimo periodo sarebbe sbagliato.
Questa è diventata una vera e propria umiliazione, per i tifosi soprattutto, che si ritrovano in campo undici calciatori che attendono solo il triplice fischio. Non solo post Bologna, ma già quello di Napoli-Lecce, gara che andrà in scena l’ultima giornata di campionato. Centottanta minuti di nulla, è questa la sensazione. Chi direbbe mai che oggi il Napoli può andare in campo per fare la prestazione e portare a casa una vittoria? Nessuno. E le ultime due inevitabilmente andranno così, seguendo la scia di questo periodo che vede la squadra di Calzona collezionare appena otto punti in nove gare di campionato da due mesi a questa parte. A proposito di numeri impietosi, al peggio non c’è mai fine: contro il Bologna è arrivata la diciassettesima partita consecutiva tra Serie A e Champions in cui il Napoli ha subito gol. Dodici da quando Calzona è sulla panchina azzurra (tutte).
Si aspetta la fine di uno scempio. Non può essere definito in altro modo il declino clamoroso avuto dal Napoli. Sotto la pioggia di fischi del Maradona che non si è riempito tutto, che ha visto qualcuno andare via durante il match tra la delusione generale. L’ennesima. Il Napoli al triplice fischio decide di “chiudersi in sé stesso” con il silenzio stampa. Scelta dei giocatori, dell’allenatore, condivisa dal presidente De Laurentiis. Di chiunque possa essere, però, i tifosi non l’hanno presa benissimo perché volevano sentire qualche voce per capirne di più dopo aver assistito all’ennesima prova di un gruppo che ha mollato. Ora ci si avvicina alla triste fine, in silenzio.