Napolimania: dopo Mazzoleni c'è Rapuano. Un'altra Supercoppa sfumata tra la rabbia
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Quasi dodici anni dopo. La storia si ripete. Ma di fronte il Napoli non si ritrova la Juventus, stavolta è il momento dell'Inter, della squadra che aveva tutti i favori del pronostico dalla sua parte. Ancor più dei bianconeri in passato. Il Napoli è arrivato a giocarsi la Supercoppa italiana da campione d'Italia, questo è vero, ma allo stesso tempo rispetto a 7-8 mesi fa sembra essere cambiato veramente tutto e il gap di 18 punti di fine campionato scorso si è ribaltato completamente. Tra i protagonisti della partita - suo malgrado - l'arbitro Antonio Rapuano. Si prende lui la scena. Ed è un peccato, perché Mazzarri con la sua nuova/vecchia idea di gioco è riuscito a tenere lì l'Inter, a giocarsi la partita con il suo Napoli che ha anche avuto qualche occasione per far male all'avversario, nonostante le due formazioni vivano un'annata completamente differente in termini di risultati e di umore. Ma anche di uomini, perché va detto: le assenze di Osimhen, Anguissa, Natan, Olivera, Mario Rui a mezzo servizio e Zielinski con la testa già altrove sbilanciano sicuramente.
È un Napoli che nella prima ora di gioco ha tenuto, andando anche vicino al vantaggio con Kvara. Qualche scelta è discutibile, come quella di sostituire il georgiano a 20' dalla fine, però l'attenzione in città si sposta quasi tutta sulle decisioni di Rapuano che non ha mantenuto proprio una linearità con il suo fischietto. Tanta, troppa confusione. Cartellini mai sventolati nel primo tempo, Calhanoglu che ci ha messo un po' per trovare il primo (e unico) giallo e quel rosso a Simeone che pesa tantissimo, che cambia totalmente l'inerzia della sfida. È la prima ammonizione a lasciare sbigottiti, alla fine. Perché sulla seconda si può sicuramente discutere sull'ingenuità del ragazzo, che, già ammonito, non doveva arrivare così. Ma tra i supporters partenopei si sente questa domanda: "Perché, Rapuano?!". Al fischio finale regna la rabbia tra i tifosi del Napoli, sempre più convinti che sia stato l'arbitro a indirizzare la partita.
Mazzarri non ci sta, furioso come poche volte, viene fuori tutta la sua rabbia in quel "È peggio di Pechino, vergogna". Sembrerebbe essere stato questo il labiale, con il riferimento chiarissimo a quanto accaduto nell'altra Supercoppa persa. Fuori di sé, ieri, al gol di Lautaro ha lasciato il campo, non ha vissuto i minuti finali con la squadra ed è rientrato negli spogliatoi. Nessun'intervista, disertata anche la premiazione per il secondo posto. Un po' un tuffo nel passato, quando appunto nel 2012 andava in scena Juve-Napoli a Pechino, con quella famosa espulsione da parte di Mazzoleni per Pandev, le successive per Zuniga e lo stesso Mazzarri. Polemiche enormi, il macedone circa un anno fa è ritornato sull'episodio parlando di partita "rubata". Allora tutta la squadra disertò la premiazione, stavolta ci ha pensato solo l'allenatore. Le conseguenze si vedranno anche in campionato, perché il Napoli andrà all'Olimpico contro la Lazio nel prossimo impegno di Serie A senza lo squalificato Simeone. Oltre il danno ecco anche la beffa.