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    Troppo presto per chiamarlo Re Carlo

    Troppo presto per chiamarlo Re Carlo

    • Marco Giordano
    Da Carlo quinto, nel senso della posizione a fine campionato del suo Napoli a Re Carlo, nel senso della leadership già potente e prepotente sul suo Napoli. Sono bastate due settimane, due vittorie, due rimonte, due conferenze per mettere Ancelotti al centro dell'universo calcistico partenopeo e non solo, un po' come se ci trovassimo a Versailles nei primi del '700, in un sole che inizia a brillare nel cielo di Napoli dopo che tante nubi erano state più annunciate che effettivamente addensate. Così come era, e lo sottolineammo prima dell'avvio del campionato, una follia pensare che Carlo fosse il quinto, così ora vederlo nelle vesti di un Luigi XIV che quasi fa ombra a sua maestà CR7 è una inutile corsa contro il tempo.

    L'ORA DELLE SCUSE - Perché contro la Lazio prima e contro il Milan poi si è visto un Napoli praticamente senza volti nuovi (fatta eccezione per i portieri sui quali torneremo nel finale di editoriale): ed è vero che Ancelotti sta instillando una mentalità importante, ma è anche vero che se provi a veicolare una forza interiore di questo tipo a chi non ha predisposizione è facile pensare sia tutto abbastanza inutile. Chi sa di calcio, dai dirigenti agli allenatori, non si stancano di sottolineare che questo è il gruppo che lo scorso anno ha fatto 91 punti. In fin dei conti, al netto dei meriti di Sarri, qualcosa questi calciatori sapranno pur fare. Allora è il caso, di chiedere scusa ad un gruppo che è stato delineato come allo sbando senza il suo Comandante. Insigne, Callejon, Allan e tutti gli altri componenti di questa rosa hanno dimostrato di avere già una grande mentalità, che da Ancelotti può solo implementarsi. Il grande merito dell'allenatore più decorato d'Europa è stato, finora, quello di non far perdere autostima dopo un pre-campionato che non faceva guardare più il Napoli allo specchio con lo stesso sorriso di prima. Insomma, gli elementi per una grande stagione ci sono: se arriverà più qualità nelle due fasi, allora sarà ancora una grande battaglia con la Juve e con chi ci sarà.

    L'INCOGNITA TRA I PALI - Resta, però, il tema portiere: contro la Lazio, Karnezis non era mai stato veramente sollecitato, contro il Milan si è provato Ospina che, però, non ha convinto. Karnezis, però, è lo stesso del pre-campionato di basso profilo. Meret tornerà dopo la sosta ma ha all'attivo 13 presenze in Serie A. Quella tra i pali si presenta come la grande incognita di una stagione, dopo un sabato in cui il Milan è costretto a mettere in discussione Donnarumma a favore di Reina e la Lazio si lecca le ferite dopo un errore di Strakosha e qualche decina di milioni rifiutati per il suo estremo difensore. Se Sparta piange, Atene non ride, nella patria di quella che è stata la più grande scuola di portieri al mondo.

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