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    Napoli: torna Cavani, ma sarà nemico

    Napoli: torna Cavani, ma sarà nemico

    • Andrea Sereni
    Atteso invano per tutta l’estate, bramato da un’intera città per oltre due mesi. Alla fine, Edinson Cavani tornerà a Napoli. Ma non nelle vesti sperate, bensì come nemico.

    IL PRECEDENTE - Non una prima assoluta. L’11 agosto del 2014, da poco trasferitosi a Parigi, l’uruguaiano giocò un’amichevole al San Paolo. Fin dal riscaldamento, i tifosi lo subissarono di fischi, ad ogni singolo tocco di palla. Non la prese bene, Edinson. E non fece nulla per nasconderlo, uscendo dal campo con gli occhi feriti rivolti alla curva, cuore del tifo partenopeo, scuotendo la testa. Una frattura, però, ampiamente ricomposta nel corso degli anni.

    PSICOSI ESTIVA - Esultanze straripanti, esplosioni di gioia folle, la maglia tra le mani, divenuta ben più di una seconda pelle. Al volo, di testa, da rapace, direttamente da calcio di punizione: il Matador non ha mai dimenticato Napoli, dove risiede parte della sua famiglia, e Napoli non lo ha mai dimenticato. Impossibile rimuovere memorie così forti, anche dopo anni cancellare un legame così viscerale è impossibile. Il popolo azzurro lo ha atteso per un’estate intera. Sogno, suggestione, utopica ambizione di raggiungere la Juventus, di poter rivaleggiare con i bianconeri guidati da Ronaldo. Speranze che hanno anche raggiunto forme di psicosi, quando bastavano flebili segnali social per portare decine di tifosi all’aereoporto di Capodichino, ad attendere lo sbarco del figliol prodigo.

    IL RITORNO - È​ rimasto a Parigi, alla fine. Come i costi dell'ipotetica operazione, non ultimo l'alto ingaggio, suggerivano. Ma il destino, come spesso accade, ci ha messo lo zampino. Il sorteggio dei gironi di Champions, avvenuto ieri a Montecarlo, ha voluto regalare Cavani al Napoli. Tornerà Edinson, arriverà a Capodichino, ma da nemico, da avversario. La data sul calendario è già fissata: 6 novembre, ore 21, stadio San Paolo, Napoli-PSG. L'accoglienza, pochi dubbi, sarà opposta rispetto a quella di quattro anni fa. Le emozioni che proverà l'uruguaiano inevitabilmente si rifletteranno nei suoi occhi. Gli stessi che nel 2014 piansero di rabbia. Gli stessi che per tre stagioni esplodevano di gioia azzurra. Almeno per una notte sarà nemico. Fino alla prossima dolce illusione.

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