Napoli, Spalletti: 'Scudetto? Rendiamo immortali le nostre carriere. Il Milan non può essere più motivato di noi!'
LA FORMA - "Chi sta meglio tra Napoli e Milan non lo so, lo dirà la partita. Noi stiamo al meglio possibile, posso dirlo, siamo al top di quelle che sono le nostre possibilità per giocare questa partita".
IL PERCORSO - "Da un punto di vista di percorso abbiamo, penso anche il Milan, avuto tanti infortuni. Abbiamo dovuto mettere a posto tante cose. C'è stata la bravura dei calciatori a sapersi calare nel ruolo per scendere in campo e vincere. Devo fare i complimenti al Milan per quanto fatto fino a questa partita. Negli ultimi anni è stata costruita una grande squadra, conosco Massara, ho parlato diverse volte con Maldini. Parliamo di un club forte. Episodi arbitrali? Non ho nulla da dire".
LE MOTIVAZIONI - "Ho delle sensazioni buone perché non possono essere più motivati di noi. Stiamo mettendo su una bella storia, tutti insieme. Includo anche il pubblico che ci sta caratterizzando in questo essere napoletani. Insieme al pubblico c'è il nome di Maradona, lo stadio di Maradona, anche la benedizione di Maradona. Si diventa ancora più forti così. L'abbiamo già provato quest'anno, con il pubblico al nostro fianco ci sentiamo bene e sarà sicuramente una bella notte".
QUALITÀ DEL NAPOLI - "L'etica del lavoro fa la differenza. Dopo la partita di Cagliari si parlava con un'aria diversa, oggi al contrario. Dico che ci deve essere un modo di lavorare corretto, che è quello che fa la differenza. Si parla di cose misteriose che si hanno ancora dentro, come ad esempio non si era ancora vista l'imbucata di Ounas. Un po' di nebbiolina aveva caratterizzato le forme di Insigne ma poi non le aveva fatte scomparire, sono sempre lì le sue forme e le va a riprendere tirandole fuori. Ma anche la determinazione della squadra che oltre a saper giocare a pallone diventa più fisica in qualche momento, riprende qualche pallone che sembra in totale controllo dell'avversario. La qualità dei calciatori e la forza mentale fanno la differenza tra i quasi campioni e i campioni veri".
PAROLA SCUDETTO - "Bravi sono quelli che lavorano in un certo modo, che vengono al campo e in base a quanto successo non cambiano umore, gli obiettivi e le cose che caratterizzano il professionista. Spesso si dice 'i miei ragazzi', ma loro sono i miei calciatori professionisti che devono rendere conto al sentimento di una città come quella di Napoli che anche se stanno zitti dentro brucia tantissimo, un po' come il Vesuvio. C'è caldissimo lì dentro, è il nostro pubblico. La differenza la fanno sempre loro. Bisognerebbe trasformare ogni tanto la qualità in altre cose, però poi i materiali è difficile cambiarli perché sono quelli. Parola scudetto? La posso pronunciare sempre. Vogliamo giocarci le nostre chances, quelle che abbiamo. Sappiamo che ci giochiamo moltissimo, sappiamo di avere la possibilità di rendere immortali le nostre carriere con una roba del genere. Sono cose che non capitano sempre. Il campionato è ancora tutto da giocare, ci sono squadre fortissime al nostro stesso livello. Dipenderà da molti fattori. Per quanto mi riguarda sto bene perché possono essere più forti di noi ma la vedo difficile siano più motivati di noi. Non so se basterà, ma vogliamo giocarci la nostra chance".
LA CRESCITA - "In quello che facciamo noi allenatori in mezzo c'è la qualità e la disponibilità delle persone che abbiamo davanti. Quando sono arrivato si diceva che prima o poi avrei litigato con qualcuno, ma durante un'annata ci sono dei momenti in cui devi intervenire e dire cose. Se dall'altra parte si insiste nel fare nella maniera sbagliata allora devo intervenire, ma se non lo si fa non devo. Osimhen sbagliava ad andare sempre addosso agli avversari, ora non lo fa più. Ci sono delle cose che devi portarti dietro, altre cose che devi mettere da parte. Delle reazioni in campo della squadra in base a quello che succede, un po' nevrotiche ed esagerate non ne vedo più. La squadra sa anche accettare ciò che è avvenuto, che è stato impostato. Si aspetta il momento adatto per invertire quella situazione lì. Si può parlare di maturità della squadra, ho conosciuto dei ragazzi per bene, persone con cui condividere tante cose nel corso della stagione calcistica".
COME FARE MALE AL MILAN - "Oltre alle giocate, al talento, all'intuito c'è bisogno di riempire la partita con maggior impatto fisico, riempirla più di noi stessi. Le caratteristiche del Milan le abbiamo anche noi, dobbiamo fare attenzione questa uscita corta alternata a quella lunga. Il portiere a volte cerca di mettere palla alle spalle della linea difensiva, tira la pallata oltre ribaltando l'azione con giocatori veloci. Un po' come facciamo noi con Osimhen, si nasconde poco a Pioli. Dobbiamo saperlo fare e alternare le qualità di cui il calcio moderno è pieno. Non è più essere ordinati, stretti, aiutare l'avversario, è anche qualche volta sapersi allungare, aprire e andare a tirare queste sventagliate facendo uno contro uno in giro per il campo".
LA REAZIONE - "Difficile trovare una squadra più motivata di noi. Pensiamo di essere più motivati degli altri, di avere più voglia degli altri. Avevo detto che la mia squadra avrebbe saputo reagire e dare una risposta forte. Ora dico che siamo vogliosi e determinati di giocarci l'opportunità che abbiamo davanti agli occhi. Dobbiamo essere un po' sognatori, perché occorre essere così per avere maggiori stimoli per vincere la partita".
GLI INFORTUNI - "Lozano ci sarà, Lobotka si è allenato tutta la settimana e ha fatto il completamento di reinserimento in squadra. Sto bene in questo momento anche perché ho recuperato molti giocatori. Aver riempito l'allenamento di tutti quei nomi che me lo fanno venir meglio l'allenamento. Se ci scrivo il mio di nome viene peggio, invece scrivendoci Anguissa, Lobotka, Lozano, Fabián Ruiz viene meglio. La palla viaggia più velocemente, se ne accorgono anche quelli che sono in panchina".
PIOLI - "Pioli ha detto che prima o poi riuscirà a battermi? Meglio poi".
ELMAS - "È un trequartista, un sottopunta, un giocatore da zona calda, quella in cui si determina la qualità. Sa adattarsi a più situazioni e questo lo porterà ad avere sempre più conoscenze. Magari non riesce a dare tutto il meglio di se stesso quando lo sposti ma è intelligente, capisce tutto e il bello è che se lo tiene quello che capisce, non lo dimentica. Deve giocare tra le linee, spesso va sopra perché ha la curiosità di vedere come è fatta l'area degli avversari. Il futuro è dalla sua".
NAPOLI-MILAN NELLA STORIA - "Tanti ex del Napoli hanno raccontato cose che noi non abbiamo mai visto ed è facile riuscire ad immaginarsi in quei racconti così precisi e completi fatti da chi ha vissuto. Dobbiamo avere tranquillità, sapere che stiamo bene e possiamo giocarci la nostra chance. Ora che abbiamo recuperato molti elementi siamo tranquilli, a posto per continuare la corsa a perdifiato".