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    Napoli-Milan, gli eroi per un giorno: da 'Toceto' Renosto al 'Condor' Agostini e il 'Tanque' Denis

    Napoli-Milan, gli eroi per un giorno: da 'Toceto' Renosto al 'Condor' Agostini e il 'Tanque' Denis

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Qui non si parla dei campioni - tanti, tantissimi - che hanno attraversato Napoli-Milan, assenti giustificati quindi Sivori e Rivera, Maradona e Van Basten, Maldini e Careca, Savicevic e Zola, Ibrahimovic o Mertens e via così, fino ai giorni nostri. Qui si parla invece di chi - dentro questa sfida giocata al San Paolo (oggi Maradona) - c'è capitato quasi per caso, per uno scherzo del destino o perché ha saputo presentarsi all'appuntamento al momento giusto. Meteore, certo. Ma anche onesti mestieranti che per un giorno si sono trasformati in eroi. 

    Cigarini e Denis: entrate e fate vedere chi siete - Dodici anni fa al San Paolo andò in scena una delle più clamorose rimonte del Napoli contro il Milan. Ottobre 2010, dopo cinque minuti il Milan è avanti 2-0, gol di Pato e Inzaghi. Partita ribaltata dal 90° al 92°, praticamente un attimo prima del game over: in soli due minuti, con Cigarini (botta da fuori) e Denis (colpo di testa) il Napoli agguanta il più insperato dei pareggi. Erano tutti e due subentrati nella ripresa, Cigarini  Denis; gettati nella mischia da Mazzarri. E chi se lo ricorda Gyorgy Garics? Terzino nato in Ungheria ma naturalizzato austriaco, un biennio al Napoli (2006-2008): sua la firma sul 3-1 del maggio 2008. Tra l'altro: quello è stato l'unico gol con la maglia azzurra del Napoli. 

    Quando (grazie a Sordo) il Condor Agostini stese il Milan da Champions - Non era certo uno sconosciuto - bomber Agostini, di nome Massimo e di soprannome Condor - ma di sicuro non è stato un fuoriclasse. I gol li ha fatti in provincia (Cesena soprattutto) e quello è il gol dell'ex, perché qualche anno prima Agostini ha pure vestito il rossonero. Quella sera di maggio del 1995 il Milan di Capello domina la partita, ma Gianluca Sordo - schierato per l'occasione da terzino - si impappina su un pallone al limite dell'area. Il Condor tiene fede al suo "apelido" e batte di prima intenzione: gol e Milan ko. Brutti segnali per il Diavolo, che sei giorni dopo - il 24 maggio - deve affrontare l'Ajax nella finale di Champions League: finisce 1-0 per i Lancieri, acuto di Kluivert nel finale di partita. 

    De Vecchi e Biasiolo, due mediani-operai ma decisivi - In una stagione sciagurata per il Diavolo (che retrocede) ed eccellente per il Napoli (che si piazza al 4° posto), campionato 1981-82, un Napoli-Milan 0-1 viene deciso addirittura da un autogol. E' lo stopper del Napoli Moreno Ferrario che quella volta spedisce il pallone nella propria porta. Nel campionato 1978-79, quello  della Stella - invece - il gol del pareggio al San Paolo (1-1), decisivo per tenere in corsa il Milan, lo segna un mediano geometrico: si chiama Walter De Vecchi e più avanti si rivelerà di nuovo l’uomo dei gol pesanti quando - nel derby con l'Inter che è una sorta di spareggio scudetto - segna una doppietta e timbra la sfida sul 2-2 finale. Altro operaio rossonero - mediano come De Vecchi - è stato Giorgio Biasiolo, che in un Napoli-Milan del dicembre 1973 segna il gol del pareggio favorendo la rimonta del Milan, che vincerà 2-1. 

    Il gol più importante di "Toceto" Renosto - Torniamo indietro di oltre settant'anni, ma vale la pena per raccontare il gol più importante di Mario Renosto con la maglia del Milan. A Napoli, dicembre 1951. Apre il "Pompiere" Nordahl, il raddoppio è di questa ala nata a Venezia. Quell'anno qualche buontempone coniò il Gre-No-Re: Gren, Nordahl e Renosto. Ci sono due curiosità sul suo conto. La prima è tecnica, perché Renosto era ambidestro, giocava - ma allora nessuno lo diceva - "a piedi invertiti", uno dei primissimi a farlo. La seconda riguarda il soprannome. Lo chiamavano, fin da piccolo, "Toceto". In veneziano "Toceto" è il sughetto. Renosto amava la buona cucina e aveva la tendenza a mettere su chili, che poi si affrettava a smaltire durante i primi giorni del ritiro estivo. Quando qualcuno glielo faceva notare, il nostro rispondeva, ovviamente in dialetto: "Gò magna un già de poenta col toceto". Da qui: Toceto, nei secoli dei secoli. 
     

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