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  • Napoli, Simeone: "Conte mi ricorda mio papà Diego, all'inizio è stata dura. Lukaku è già un leader. Lo scudetto..."

    Napoli, Simeone: "Conte mi ricorda mio papà Diego, all'inizio è stata dura. Lukaku è già un leader. Lo scudetto..."

    Intervistato da Radio CRC, la radio ufficiale del Napoli, il centravanti argentino, Giovanni Simeone, ha parlato a tutto tondo della sua avventura in azzurro, del rapporto con Lukaku e soprattutto del modo che ha di allenare Antonio Conte.

    RIGENERATI - "Napoli rigenerato? Non so se sia la parola giusta, forse lo si dice in giro: iniziare bene con un allenatore molto capace e con tanta esperienza ci ha dato molta forza e fiducia, abbiamo trovato calciatori nuovi che ci danno una grandissima mano. Iniziare bene è stata la chiave del momento che stiamo attraversando".

    CONTE È STATA DURA - "Il lavoro con Conte? La cosa più importante del motto ‘Amma faticà’ è entrare nella mentalità del mister: devi faticare davvero tutto il giorno per fare ciò che ti chiede, nel momento in cui entri nella sua mentalità il corpo si adatta velocemente al lavoro che vuole fare. All’inizio però è stata dura, soprattutto nei ritiri".

    CONTE COME MIO PAPÀ DIEGO - "La gestione delle partite? Il mister ha una mente al 100% concentrata sul Napoli, mi ricorda molto papà Diego perché ha passione per il calcio ed il gioco nella testa: vede tutto, intuisce, e questo deriva dall’esperienza e dal vedere tante ore di calcio".

    LUKAKU - "Romelu mi ha colpito molto, come calciatore lo conosciamo da anni, ma come persona è un intelligente compagno di squadra, aiuta sempre gli altri. Questo lo rende un leader oltre che un grande calciatore".

    GLI ALTRI ACQUISTI - "Posso dire che anche Neres, McTominay e Gilmour sono arrivati con la forza di voler aiutare i compagni"

    CONCORRENZA IN ATTACCO - "Abbiamo una bella squadra, dovremmo affrontare tante sfide per capire il nostro livello: siamo in crescita, la squadra ha sempre qualcosa da migliorare ed il mister aiuta i calciatori a trovarsi il meglio possibile in campo. La squadra è forte, i giocatori lo sono, e per arrivare lontano bisogna giocare di gruppo".

    SCUDETTO - "Scudetto? Il gruppo ha qualcosa di molto importante, ed è il gioco di squadra. Così si può arrivare lontano, essere un gruppo unito tra chi gioca poco e chi gioca di più. Devono essere tutti coinvolti e noi lo siamo, poi dove arriveremo dipende dalle partite che giocheremo. Poi chissà".

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