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Napoli, Sarri come Benitez e Mazzarri
I GEMELLI - E non ultimi per importanza, un utilizzo limitato della rosa (qui però Benitez andrebbe escluso) e una monotonia nei cambi esasperante: sempre lo stesso minuto (circa) e quasi sempre gli stessi avvicendamenti. Lo faceva Mazzarri, lo ha fatto Benitez e lo sta facendo anche Sarri. E meno male che il "Guardiola di Figline", come qualcuno lo chiama era arrivato come innovatore e allenatore creativo oltre che adepto al bel calcio. Benitez ha avuto il pregio di utilizzare l'intera rosa a disposizione, andando anche a misurarsi contro limiti evidenti. Sarri e Mazzarri invece si sono fossilizzati su un numero ridotto di calciatori, anche se l'ex Inter ne ha utilizzati di più di Sarri.
I MOTIVI - Bisogna capire perché gli allenatori del Napoli si riducono in questo modo. Un problema di qualità della rosa? O influenze che arrivano dall'alto, e che forse non mettono in condizione gli allenatori di lavorare come vogliono. Difficile avere una risposta, ma sta di fatto che il rendimento del Napoli (chi più chi meno) è rimasto invariato in questi anni, a prescindere dall'allenatore. Ottimi risultati, tre trofei vinti e piazzamenti europei. Ma per vincere (ciò che vogliono i tifosi!) serve qualcosa di più di un bravo allenatore.