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Napoli, De Laurentiis: 'Spalletti liberato per amore'. Il ct: 'No!'
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LA PRIMA VOLTA - "Oggi i bambini a Napoli seguono il calcio più di prima. Quando sono arrivato in città per la prima volta, e avevo appena comprato il club dopo un fallimento, trovai una chiesa con un campetto e tre bambini. Uno con la maglia del Milan, uno dell'Inter, l'altro della Juventus. Io sono sceso e ho chiesto perché non avessero la maglia del Napoli, e mi dissero 'E tu chi c***o sei?'".
GRANDE SFIDA E SPALLETTI - "Capii che c'era una grande sfida davanti, ma per chi viene dal cinema la sfida è qualcosa che tu hai sempre, perché ha il compito di avere successo col pubblico, il vero committente. Nel calcio il committente sono i tifosi. Io devo anche ringraziare di aver trovato dopo un lungo corteggiamento uno straordinario allenatore, perché con Chiavelli incontrammo otto o nove anni fa Spalletti che non poteva venire perché legato a dei contratti con la Russia. Poi io ho fatto altre scelte, e finalmente a gennaio di tre anni fa bussai alla sua porta nel Bosco qui a Milano. Lui con aria guardinga, misteriosa, ci aspettava nel garage, perché nessuno doveva sapere. Ci mettemmo d'accordo per giugno. Il nostro è stato un matrimonio felice, talmente felice che quando lui ha espresso il desiderio di non andare avanti, nonostante io avessi la possibilità di farlo proseguire, non ho commesso questo errore. Io obbligai Benitez a rimanere, e non andò bene. Così mi sono detto che se lui si sentiva di andarsene serviva ringraziarlo e lasciarlo andare".
RISPETTO - "Nella vita è sempre importante il rispetto, dovrebbe essere bilaterale ma dipende anche dalla generosità. Il cinema ti insegna a essere un vero imprenditore, a fare impresa più che presa".
GIUNTOLI - "Mi ha accompagnato per otto lunghi anni".
Luciano Spalletti ha poi dichiarato: "Sono d'accordo con De Laurentiis che amare vuol dire lasciare liberi? No! Per il resto è stato tutto bellissimo. E' venuta fuori una squadra incredibilmente collaborativa, dove tutti si aiutavano a vicenda. Io ho dovuto fare poco lavoro. Sono stati bravi a capire fin da subito, perchè eravamo li e perchè lo dovevamo fare. Oltre ad essere una squadra di grandi giocatori, è stata una squadra di uomini veri e si sentirà parlare a lungo di loro. Il momento in cui abbiamo capito che potevamo farlo? Il presidente è bravissimo a motivare gli altri. Quando sono arrivato mi ha detto che lui secondo era già arrivato. A Napoli non vai per aspettare la fine del mese. Vai li per cercare di vincere. Non hai alternative. Se passeggi per la città, l'amore dei napoletani te lo senti addosso".
GIRONE EUROPEI - "Un girone tostissimo. Sono partite che potrebbero essere tutte dei quarti di finale. Il nome che portiamo, la storia che ci hanno donato quelli come Gigi Buffon (presente in sala ndr.) sono storie importanti. Mancano 200 giorni all'Europeo. Se riusciamo ad organizzare bene gli spazi temporali sono tanti, altrimenti rischiano di essere pochi. Spero in un po' di collaborazione da parte dei club. Dobbiamo trovare degli spazi e l'Italia deve stare a cuore a tutti".