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  • Napoli-Juve, una sfida impari: Allegri rischia di buttare la stagione in 7 giorni

    Napoli-Juve, una sfida impari: Allegri rischia di buttare la stagione in 7 giorni

    • Giancarlo Padovan
    Sono certo che Napoli-Juve sarà una grande partita. Ma sono altrettanto sicuro che non sarà un confronto alla pari. Il Napoli, già forte e consapevole di suo, troverà un avversario in pesante difficoltà e, dunque, poco o per nulla competitivo. Il rischio è che finisca con uno scarto netto e che la Juve, attesa poi da due scontri non meno decisivi (Olympiacos in trasferta e Inter in casa), comprometta tutta o parte della stagione in meno di una settimana.

    Prima di arrivare ad analizzare il gioco, la qualità della manovra e la solidità delle difese, partiamo dalle assenze. Nel Napoli, non ci sarà Ghoulam, fuori per i prossimi quattro mesi e, forse, Mario Rui. Stiamo parlando della copertura di un ruolo, quello di esterno basso di sinistra: un problema già risolto con l’inserimento di Maggio a destra e lo spostamento di Hysaj a sinistra. Non c’è minore fluidità, casomai maggiore struttura. 

    La Juve, invece, ha mezza squadra indisponibile e l’altra mezza malconcia. Mandzukic, che avrebbe giocato certamente e da prima punta, è rimasto a Torino, così come Howedes, destinato alla panchina. A casa anche Lichtsteiner, recuperato invece Chiellini, mentre Cuadrado e Bernardeschi sono convocati, ma quasi sicuramente non utilizzabili.

    Higuain c’è, anche se è stato operato lunedì alla mano sinistra. A parte gli allenamenti saltati, mi chiedo come potrebbe (potrà) giocare con il rischio di cadere (e a calcio si cade) peggiorando la situazione. Ammesso, quindi, che vada in campo, Higuain sarà fortemente condizionato. E il San Paolo - una bolgia di insulti e ostilità - non c’entra.

    Juve senza attacco. L’unica possibilità è quella di schierare Dybala, non esattamente brillantissimo in questo periodo, finto centravanti, affiancato da Douglas Costa. Probabile la difesa a tre (Barzagli, Benatia, Chiellini) e non insensato un centrocampo a cinque: De Sciglio, Khedira, Pjanic, Matuidi e Alex Sandro.

    Tuttavia l’obiettivo, sempre, di è mandare in campo undici calciatori efficienti e in buona forma. Il problema di Allegri, invece, è che Khedira, Matuidi e Alex Sandro sono in condizioni allarmanti, come hanno potuto constatare nelle ultime due prestazioni tutti gli juventini privi di paraocchi e prevenzioni. 

    Marotta si è affrettato a dire che questo non è un periodo tradizionalmente favorevole per la squadra di Allegri. E’ vero, ma mi chiedo quando lo sarà. All’inizio stentava per via della preparazione (incompleta e colpevolmente trascurata a beneficio delle tournée), poi perché Higuain era in ritardo, infine per qualche infortunio di troppo. A proposito, Howedes è un rinforzo o un calciatore con i muscoli di seta?

    Sia per una ragione, sia per un’altra, sia magari per una somma di fattori, il risultato è che la Juve, già ad inizio di dicembre, può andare a meno sette dal Napoli e salutare ogni ambizione di scudetto. Il ritardo attuale dalla capolista, pur non abissale, è significativo: la Juve ha fatto punti solo con le medie e le piccole, quando ha incontrato una grande (Lazio) o aspirante tale (Sampdoria) ha perso e anche piuttosto male.

    Non capisco, dunque, come possa uscire almeno indenne dal San Paolo (un pari sarebbe miracoloso) una squadra che, oltre ad essere deficitaria sul piano del gioco, è falcidiata dagli infortuni, scarica psicologicamente (è stato Allegri a dire che si sarebbe augurato un litigio tonificante per smentire quello che non ci sarebbe stato), preoccupata tatticamente: dal 4-2-3-1 si è passati al 3-4-2-1 senza che siano stati segnalati miglioramenti. 

    E’ vero, la Juve non ha subito gol contro il Barcellona e il Crotone. Ma, nel secondo caso, ha stentato più di un tempo per sbloccare la partita con l’attaccante, Mandzukic, che a Napoli non ci sarà.

    Sarri ha tutto per battere la Juve e tagliarla fuori in modo definitivo. A Udine si è visto un Napoli impacciato e stanco per le fatiche di Champions, ma i giorni per recuperare ci sono stati e la tensione è salita alla giusta gradazione.

    L’occasione è ghiotta non solo per impartire alla Juve una lezione di calcio, ma anche per dimostrare a se stessi che l’approdo al traguardo più ambito si avvicina senza alcuna paura.     

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