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    Napoli-Juve, l'analisi di Benny Carbone

    Napoli-Juve, l'analisi di Benny Carbone

    • Benny Carbone
    Ieri sera al San Paolo il Napoli di Benitez  che, in accordo al suo credo calcistico (affrontare qualsiasi tipo di squadra a viso aperto senza perdere mai la propria identità e filosofia di gioco), schiera il solito 4-2-3-1 arricchito dal rientro del suo giocatore di maggior spicco, Higuain, fresco di un turno di riposo, ha battuto per 2-0 la Juventus di Conte, prossima alla vittoria del 3º scudetto consecutivo, che conferma il 3-5-2, benché sprovvista della sua punta di diamante, Tevez.

    A livello tattico, come avevo preannunciato in sede di presentazione della partita (LEGGI QUI), Antonio Conte ha preparato la partita con i due attaccanti (Osvaldo,Llorente) che lasciavano sempre giocare i due centrali di difesa fin quando la palla non veniva scaricata sull'esterno basso (Enrique o Ghoulam): a quel punto la prima punta non fa più tornare la palla indietro mentre la seconda punta gioca sulla linea di passaggio della mezzala di parte (Inler o Jorginho) che fa gioco; l'interno (Pogba o Vidal) esce forte sull'esterno basso, mentre il quinto (Asamoah o Lichtsteiner) si abbassa per vedere sempre il loro esterno alto (Insigne o Callejon); il mediano basso (Pirlo) è l'uomo in più pronto ad uscire sulla mezzala che si alza oppure fa da schermo e lavora sulle traiettorie, infine il quinto dalla parte opposta è pronto a legarsi con la difesa lasciando libero sempre quello più lontano.

    Benitez invece ha preparato le uscite con le due punte (Higuain o Hamsik) corte e strette, della quali quella più bassa ha cercato di non far giocare Pirlo facendo fare il giro palla ai loro difensori e sapendo che i centrali esterni (Caceres o Chiellini) comunque si alzano molto quasi sulla linea di metà campo, gli esterni alti guardano i quinti fino ad un certo punto dopodiché escono sul centrale esterno che porta palla, gli esterni bassi si alzano sui quinti; la mezzala di parte guarda e segue l'interno, mentre l'altra fa la diagonale, con l'esterno alto opposto che stringe lasciando libero il giocatore più lontano, lasciando i due centrali di difesa (Albiol o Fernandez) contro i due attaccanti della Juve; in più l'esterno basso opposto è pronto ad andare a fare un tre contro due esattamente come abbiamo detto nel pre partita. (Benitez ha preparato molto bene la fase di non possesso dei quattro difensori quando l'esterno alto esce sul centrale esterno della Juve, invece di andare in anticipo sul quinto fa l'uscita ritardata, consentendo così che i quattro facciano reparto. Una volta che decide di uscire esterno basso opposto stringe molto facendo riparto con un 3 contro 2).

    Primo tempo 
    Bene l'approccio del Napoli che attacca alto e con intensità con la Juve che attende. Al 6' grande parata di Buffon su Callejon, al 7' gol giustamente annullato per fuorigioco di Hamsik, continua il buon momento del Napoli che al 10' mette in difficoltà la Juve con il 2 contro 1 contro Asamoah: scambio Callejon-Enrique, palla indietro verso Hamsik e Buffon miracolo. Esattamente come si pensava, i quattro lì davanti del Napoli che mettono pressione alla squadra di Conte, con gli esterni che stanno larghi e attendono sempre le sovrapposizioni degli esterni bassi dove la Juve essendo troppo bassa subisce. Pogba è uno dei più positivi in tutte e due le fasi. La prima occasione della Juve avviene al 25' con Lichtsteiner nell'unica costruzione-impostazione della squadra di Conte, fino ad allora solo palle lunghe dove lavorano molto bene i due centrali del Napoli. Al 28' ripartenza importante con Insigne molto positivo questa sera che mette in mezzo dove arriva Callejon che trova ancora una volta Buffon. Bene la fase di non possesso degli esterni alti del Napoli, e delle punte, tenendo la squadra molto corta, quando nella seconda parte del primo tempo la Juve è riuscita ad uscire molto più spesso dalla propria metà campo. Al 36' gol del Napoli (fuorigioco millimetrico) sfruttando la chiave della partita, vale a dire gli esterni sempre larghi con sovrapposizioni degli esterni bassi, con inserimenti di Hamsik . Dalla sinistra Insigne (grande partita la sua) pennella un passante per l'inserimento di Callejon che insacca. Asamoah, oltre ad essere girato di schiena, si fa attrarre troppo dalla palla non leggendola in modo corretto: quella palla tagliata verso la porta va attaccata in avanti, lui invece la aspetta (fino a quel momento era stato impeccabile nelle sue coperture) e poi non può fare nulla. Il Napoli fa finire il primo tempo come l'ha iniziato attaccando con grande intensità e tantissima qualità. Finisce così 1-0 con il Napoli che fino adesso merita sicuramente il vantaggio. Juve troppo bassa per merito del Napoli che ha attaccato altissimo la squadra di Conte con intensità e qualità. 

    Secondo tempo
    La ripresa si apre con la Juve che sembra voglia attaccare molto alta mandando le due punte in pressione con i centrali, Pirlo alto su Jorginho e sostituendo Asamoah con Isla che si rende subito pericoloso. Dall'altra parte il Napoli si abbassa e riparte molto bene con Higuain, Callejon e Insigne, che inoltre hanno avuto il merito di ostacolare la manovra juventina limitando Pirlo. Dopo alcune palle gol per il Napoli sventate con fortuna e bravura da Buffon (migliore in campo dei 22) l'intensità della squadra di casa cala in maniera evidente, tuttavia non rinuncia alle verticalizzazioni veloci delle volte perdendo spesso il possesso, mentre invece avrebbe magari dovuto risparmiare le forze promuovendo un possesso palla più sostenuto. Un'altra svolta della partita si ha quando Benitez sostituisce Hamsik con Mertens che solo tre minuti dopo segna un gran gol su una ripartenza avvenuta da un calcio d'angolo a sfavore.  La partita termina sul 2-0 che è il risultato più giusto: il Napoli ha vinto meritatamente attaccando la Juve con grande intensità soprattutto sulle fasce con l'appoggio dei terzini (in particolare di Henrique). Infatti è stata proprio questa la chiave della partita: si veniva a creare un due contro uno a favore della squadra partenopea che ha creato sempre numerosi pericoli alla difesa bianconera.

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