Napoli, il mistero dei prezzi che lievitano
C’è un mercato parallelo, quello fatto su misura per il Napoli, forte di un bilancio sano e di nuovo “ricco” grazie ai proventi legati alla qualificazione in Champions League. La disponibilità economica è piuttosto alta e consente a De Laurentiis di ragionare in grande, sempre nel rispetto dei parametri imposti dal fair play finanziario. Eppure, nonostante il sorriso del cassiere, gli azzurri faticano tremendamente nel concludere le diverse trattative imbastite nelle ultime settimane.
Regge fino ad un certo punto l’annosa questione legata ai diritti d’immagine; in realtà incide in misura maggiore la discrepanza netta tra domanda e offerta che impedisce a Giuntoli di portare a termine, con maggiore celerità, gli affari pensati e finora irrealizzati. L’interesse di una società benestante come quella partenopea provoca un innaturale innalzamento dei prezzi, fino a cifre iperboliche che non corrispondo al valore reale dei calciatori seguiti. È il caso di Vecino, valutato dalla Fiorentina ventitré milioni di euro. Un assegno impegnativo, pari alla clausola rescissoria fissata dai Della Valle al momento della stipula del contratto. Un’enormità per un buon profilo, lontano dal paradiso dei fuoriclasse.