Napoli: C’è bisogno di chiarezza
Come voi – forse più di voi – ce l’ho con questo Napoli che va in giro a far figure meschine. Ce l’ho perché ci ho messo anche la mia faccia, su questa squadra, vantandone le qualità, portandola in palma di mano e cantandone la virtù massima: la Solidarietà. Uomini smarriti, oggi, forse anche svogliati, “sciolti”, dimessi, secondo un “modulo” certo non mazzarriano già infelicemente esibito contro l’Udinese. È vero che il traguardo ambitissimo della Coppa dei Campioni è ormai raggiunto e sembra evitabile anche il rischio dei disgutosi preliminari (così rispondo anche a quel lettore che mi ha detto di gradirli assai, i preliminari, ma in altro campo…): ma non è nei patti non scritti fra la squadra e la città, fra i giocatori e i tifosi, che si possano raccattare figure meschine com’è successo a Lecce; la difesa di un onore calcistico – scusate se eccedo – è comunque esigibile dai fedelissimi che ogni club sognerebbe di avere: ne hanno contati un milione (e qualcuno ha contato anche gli euro che hanno versato nelle casse sociali) e ad essi bisogna pensare prima di battersi e nel corso della battaglia. Lo ha sottolineato anche De Laurentiis ma non credo – mi consenta – di poterlo considerare senza responsabilità nel contesto, visto che ha gridato forte contro i giocatori: sono infatti convinto che le sue responsabilità siano pari a quelle dell’allenatore dal momento che insieme hanno contribuito a far svanire – si spera per breve tempo – quell’atmosfera di sorridente collaborazione che s’era instaurata fra presidente e allenatore. Non mi piace Mazzarri che dice “farò sapere a fine campionato dove andrò”, ma non mi piace neppure De Laurentiis che non fa saper nulla, che lascia crescere il fastidioso sospetto del divorzio dopo aver dato prova – insieme – di saper fare egregie cose. L’ambiente si è così intristito – e incattivito – che anche un ragazzo serio come Cavani s’è lasciato trascinare a far scemenze e a prendere un “rosso” che richiama forzatamente le stupidate di Lavezzi pagate a caro prezzo.
C’è bisogno di rivedere in fretta il Napoli del recente passato se si vuol credere in un futuro ancora più grande, da scudetto e da Champions. C’è bisogno in particolare di chiarezza. L’altra settimana, al San Paolo, s’è visto un cartello dedicato a Mazzarri: “Se vuoi andare vai”. Cinico. Amaro. Filosoficamente esatto, tanto è inutile incazzarsi quando ci son di mezzo gli euro milioni. E sia. Ma mi dispiacerebbe veder Mazzarri andarsene da Napoli: ho puntato – non inutilmente – su di lui. Senza riserve. Per me resta. Non va alla Juve di Quagliarella. Neanche alla Roma di Totti. E in ogni caso, tenete d’occhio Delio Rossi.