Mutu:| Ci vuole un giorno da 10
Adrian Mutu ha un peso enorme sulle sue spalle. Ha la responsabilità di non deludere per l’ennesima volta il suo allenatore, Mihajlovic, quella di non far ricredere l’unico 10della storia viola, Giancarlo Antognoni, che nel giorno della propria festa gli ha ribadito che lui, Adrian, lo merita quel numero sulle spalle, il 10, il numero che fu suo. Ma soprattutto ha il dovere di ringraziare i suoi tifosi, quegli stessi che, nonostante i tanti guai combinati, il doping, la rissa all’alba, la messa fuori rosa dalla squadra dopo averla abbandonata nel momento più delicato, hanno cercato di lasciare da parte la rabbia, aspettando il campione, senza puntare troppo il dito sull'uomo.
NESSUN APPELLO- Mutu, stavolta, non può fallire. Non vuole fallire. Perché sa bene che le prove d'appello ormai non esistono più. Mihahjloviclo ha caricato. Gli ha dato ancora una volta fiducia, dopo che sette giorni fa era rimasto profondamente deluso dal suo atteggiamento, oltre che dalla sua prestazione. Per questo, la sfida che lo aspetta, lui, se la vuole gustare tutta. Come in apnea. Senza respiro. Adrian è pronto. Gli è bastato vedere l'amore con cui i tifosi viola hanno inondato un simbolo della storia del club, quell'unico 10 mai dimenticato nonostante lo scorrere del tempo, per capire di essere ancora in tempo per cambiaretutto.
PROMESSA E RISCATTO- L'immagine del Mandela Forum pieno di entusiasmo lo ha riportato come indietro nel tempo. Quel coro, “il fenomeno”, che, per quanto timido, si è comunque levato in aria, ha innescato una bomba a orologeria meccanica. Gli ha riportato alla mente la promessa fatta nel giorno dellescuse ufficiali alla città, quando l’azionista di riferimento dei viola, Andrea Della Valle, doveva ancora pronunciarsi circa il suo reintegro. Disse che avrebbe voluto far restare senza voce i propri sostenitori, che avrebbe voluto ripagare della pazienza e pure della fiducia tutti a suon di gol.
A CACCIA DI GOL- Serve una vittoria per ripartire, per cancellare le polemiche, se non altro per metterle in un angolo. A lui serve anche un gol, almeno uno. che poi sarebbe il primo in questo 2011 fino ad oggi per lui avaro di emozioni. L'ultimo centro, il 51° in campionato con la Fiorentina, lo ha realizzato tre mesi fa: è passato troppo tempo, e per tagliare il traguardo delle 100 reti in carriera ne mancano ancora otto. Il tempo stringe e il romeno non può più permettersi di aspettare. Mihajlovic lo ha detto chiaramente: d'ora in poi non ci saranno gerarchie.
Lui ha già azzerato tutto.
SENZA BONUS- I giocatori, adesso, sono tutti sullo stesso piano. Il passato, per quanto possa essere stato importante, soprattutto negli anni della Champions League, resterà sugli annali: in campo, d’ora in poi, conterà solo la determinazione. Mutu lo ha capito benissimo. Lo ha percepito già domenica, durante il primo confronto tra allenatore e squadra, nello spogliatoio del San Nicola. In settimana ha lavorato senza pensare a nient’altro, concentrato esclusivamente sul campo, sul gol da trovare, sulla giocata su cui mettere la firma. Perché prima di tutto c’è la Fiorentina e l’amore per quella maglia. La numero 10, quella che lui stesso ha detto di essere onorato di indossare. Il fenomeno, stavolta, vuole farlo davvero. Oggi. Subito.