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    Mutti a CM: 'Che amarezza che il Messina sia ripartito dalla D, ora in C serve tempo. Il 7° posto? Non ce lo toglie nessuno'

    Mutti a CM: 'Che amarezza che il Messina sia ripartito dalla D, ora in C serve tempo. Il 7° posto? Non ce lo toglie nessuno'

    • Gabriele Stragapede
    È il 10 ottobre 2003. Il Messina, in piena crisi di risultati, si trova all’ultimo posto in classifica nell’allora Serie B. Serve un cambio di passo, serve cambiare qualcosa per non incombere nei soliti incubi a cui la storia messinese ha abituato i suoi tifosi. Serve concretezza, un uomo di esperienza che possa farsi carico delle responsabilità e tirar fuori l’immenso talento presente in rosa (Storari, Aronica, Zoro, Parisi, Giampà, Sullo, Di Napoli, solo per citarne alcuni). Quel giorno, il presidente Franza annunciò l’arrivo sulla panchina giallorossa di Bortolo Mutti. Fu l’inizio di un sogno, di una cavalcata incredibile che portò il Messina nuovamente in Serie A dopo 39 anni dall’ultima apparizione. Una favola che culminò, nel momento di suo massimo splendore, nello storico 7° posto in massima categoria, il punto più alto mai raggiunto dalla società siciliana nella sua storia. Abbiamo voluto riavvolgere il nastro e chiedere al diretto interessato cosa voleva dire quel Messina e cosa, oggigiorno, ci si può aspettare dal club. Parola, dunque, in esclusiva per Calciomercato.com, a Bortolo Mutti.

    Mister, innanzitutto, grazie per essere in nostra compagnia. Le chiedo, per cominciare: che sensazione prova nel vedere il Messina adesso - che è dovuto ripartire dal calcio dilettantistico - dopo aver calcato palcoscenici importanti come quello della Serie A?
    “Molta amarezza non avrei ma pensato un epilogo così triste, addirittura in D… Però la nostra storia non ce la toglie nessuno”.

    E adesso che il progetto a lungo termine prevede il ritorno in Serie A, che emozioni le provoca?
    “Sono contento, spero che questo progetto possa sempre più consolidarsi con il tempo. Il ritorno di Mario Bonsignore (ritornato ufficialmente Consulente Generale del club proprio in questi giorni ndr) è un segnale importante”.

    Lei, tecnico in quella storica annata che vide il Messina conquistare il 7° posto, crede che il calcio siciliano (che raccontiamo nel nostro speciale) stia tornando a vivere un nuovo momento di splendore? Si può assistere alla rinascita del calcio isolano?
    “Ci vorrà tempo, un tassello alla volta cimenta un percorso che deve essere condiviso e sostenuto da tutti. In questo momento, in Serie C, ci vuole coesione e grande partecipazione per sostenere il progetto e soprattutto la squadra”.

    Emozioni, sensazioni, le chiedo di riavvolgere il nastro con noi: ci racconta l'atmosfera che si viveva in quella storica stagione? Per il match del 2 febbraio contro il Milan, si sfiorarono le 39mila persone e il sold-out per l'impianto...
    “Fu un’esperienza unica, irripetibile. Quel Messina era una squadra di ragazzi stupendi, sostenuti da un pubblico e da una città insostituibili. E se devo raccontarti cosa voleva dire Messina quell’anno, ti dico l'emozione più grande, nella quale c’entra sempre il Milan: abbiamo regalato a tutti i messinesi la grande vittoria a San Siro (2-1 contro il Milan, alla terza giornata ndr, preludio del 2° posto in classifica alla quinta partita). Ecco, quel successo rimarrà sempre nei nostri cuori”.

    Ha un ultimo messaggio per tutta la gente di Messina?
    “Sempre forza Messina!”

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