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    Sabatini a CM: Mourinho non è più lo stesso, quello che si faceva chiamare 'Special One', che non era 'pirla'. E che vinceva

    Sabatini a CM: Mourinho non è più lo stesso, quello che si faceva chiamare 'Special One', che non era 'pirla'. E che vinceva

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Mourinho non è più lui. Perché? Be’, intanto perché la Roma attuale non è paragonabile alle grandi squadre del suo passato. Questo è ovvio, evidente quanto i capelli bianchi che gli conferiscono un'aureola di saggezza, ma non la stessa carica di quando era rampante quarantenne. 
    Non è più lo stesso perché prova un inutile aggiornamento in campo: il gioco che parte dal basso, chissà poi perché. Esibisce anche un dannoso atteggiamento in panchina: fa protestare quelli dello staff, dando loro quasi delle marcature fisse, tipo il vice che urla all'arbitro e il preparatore che se la prende con il quarto uomo. Ecco: ci fossero anche le riunioni-video sulle caratteristiche degli arbitri anziché degli avversari, la deriva sarebbe completa. 



    Però Mourinho può tornare se stesso. Rapidamente. Perché sotto i capelli bianchi ha una testa che va veloce. Sa trovare soluzioni efficaci, gli basta cercarle. Senza pregiudizi. Per esempio: considerate le caratteristiche dei centrocampisti in rosa, la cessione di Veretout è sembrata una punizione autolesionistica; immaginando le difficoltà di un Abraham/bis, Belotti una scommessa quasi persa in partenza. Del resto, il mercato non è mai stato il piatto forte di Mourinho: per la sua Inter chiese a gran voce i connazionali Ricardo Carvalho e Deco, gli dettero silenziosamente il brasiliano Lucio e l’olandese Snejider. E vinse il Triplete… 

    @Sabatini
     

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