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    Mourinho: "C'è gente che decide e sa di calcio come io so di fisica. Se tornerei in Italia? Certo"

    Mourinho: "C'è gente che decide e sa di calcio come io so di fisica. Se tornerei in Italia? Certo"

    • Federico Targetti
    "Io comunicatore e non allenatore? Un grande comunicatore non vince tutti i titoli più importanti del calcio. Non mi va di aspettare e ancora aspettare l’opportunità ideale, il posto perfetto, e ancor meno di prendermi un anno sabbatico. So che a tanti piace, o almeno così ce la raccontano. Ho detto sì a un club che mi ha voluto tanto e me l’ha dimostrato fin dal primo giorno". 

    Queste sono alcune delle parole con le quali parte l'intervista di Josè Mourinho, attuale tecnico del Fenerbahce, al Corriere dello Sport

    "Var a chiamata e tempo effettivo? Queste cose le lascio ai fenomeni del calcio. Gli allenatori bravi che non sanno vincere, gli esperti dei social media e gente che ha potere decisionale ma che sa di calcio come io di fisica dell’atomo. Il calcio è il regno della superficialità e dei luoghi comuni e un’etichetta non si nega a nessuno. Di solito quando la gente parla di me pensa a cosa è successo quindici, dodici, otto o dieci anni fa. È così per la maggior parte dei grandi allenatori che di solito guidano le squadre migliori e hanno le maggiori possibilità di arrivare in finale. Negli ultimi anni ho fatto tre finali, una con il Manchester United e due con la Roma. Guardo a tutto ciò un po’ divertito, e allo stesso tempo con orgoglio perché quando fai questo con un club senza storia in Europa, ti rendi conto che hai realizzato qualcosa di speciale". 

    RIMPIANTI - "Se parliamo di partite, tanti perché quando perdi pensi sempre che avresti potuto fare diversamente, e di partite ne ho perse parecchie. Se invece ti riferisci alle scelte professionali, il no a Florentino. Mi disse “Mou, non andare via adesso, il difficile l’hai fatto e viene il bello… Sapevo che sarebbe stato così, però volevo tornare al Chelsea dopo tre anni in Spagna di grandi lotte... E dopo Budapest. Non per il casino combinato da Taylor, ma per il fatto di non essermene andato subito. Avrei dovuto lasciare la Roma, non l’ho fatto e ho sbagliato. Lasciarla come ho fatto è stato difficile, ma non butto via nemmeno quel ricordo. La Roma non l'ho più vista giocare, l'Inter sì". 

    RITORNO - "Se tornerei in Italia? Certo. Voglio però anche giocare un Europeo o un Mondiale, unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito tante volte con i club e i tifosi. Voglio farlo per il calcio, per quello che questo sport rappresenta. Sarà incredibile".

     

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    Utente vxl 814691
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    Grande Mou

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