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Morata: "Ho preso farmaci per la depressione, mi vergognavo di uscire con i figli. Mi chiedevo se avrei smesso"
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Una chiacchierata sincera, in cui mettersi totalmente a nudo. Alvaro Morata, attaccante del Milan e della Spagna, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Cope in cui ha rivelato come le critiche ricevute in carriera, e in particolare durante la sua permanenza all'Atletico Madrid e la partecipazione all'Europeo, abbiano influenzato profondamente la sua vita personale e la sua relazione con i suoi quattro figli.
CARRIERA A RISCHIO - “Quando si attraversano momenti davvero difficili, depressione, attacchi di panico, non importa il lavoro che fai, la situazione che hai nella vita, hai un'altra persona dentro contro cui devi combattere ogni giorno e ogni notte. Per me è stata la cosa migliore lasciare la Spagna, non potevo sopportarlo. Mi sono appoggiato a persone che avevano vissuto la stessa cosa, come Bojan. Tre mesi prima degli Europei (in Germania, ndr) sembrava impossibile. Mi chiedevo se avrei potuto giocare di nuovo una partita, non sapevo cosa mi stesse succedendo”.
FAMIGLIA - "Mi vergognavo di uscire con loro per strada. Ogni volta che uscivo con loro, succedeva sempre qualcosa. A volte la gente faceva commenti su quello che era successo nelle partite e alla fine anche loro non volevano più andare a fare la spesa con me. Alla fine, mi dicevano così tante cose davanti a loro che mi vergognavo di stare con loro".
INSULTI - "Arriva un momento in cui o non esci più di casa, smetti di vivere o ti innervosisci". Morata ha ammesso di non aver mai reagito fisicamente agli attacchi, ma di aver cercato di far vergognare chi lo insultava: "Quando ero più giovane non lo facevo, ma in diverse situazioni, ad esempio in un ristorante, spiegavo la situazione a tutti i presenti. Alla fine, l’altra persona si vergognava e mi diceva che era 'solo per fare un video per il gruppo di WhatsApp’".
EUROPEO - Nonostante le difficoltà, Morata ha riconosciuto che qualcosa è cambiato dopo Euro 2024: "Molte volte dico che l’Europeo mi ha cambiato la vita perché almeno ora vengo rispettato un po’ di più”.
DEPRESSIONE - “Ho chiesto aiuto non appena ho visto che la situazione mi stava sfuggendo di mano. Andavo all'allenamento sapendo di essere in cattive condizioni. Nello spogliatoio (all'Atletico, ndr) si sono accorti che stavo male. Quando dovevo cambiarmi per andare in campo, dovevo andare a casa e chiudermi in camera a combattere contro la mia testa. È una malattia come tutte le altre. Così come andiamo in palestra, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti. Credo che le scuole dovrebbero sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli psicologi e della salute mentale. Ho anche preso dei farmaci. Ho dovuto prendere tutto, per questo dico che non è un problema. Non si può fermare il mondo per sempre a causa di una situazione come questa. Per tutte le persone che mi vedono, avevo tutto e sono finito così. Queste sono cose che non dipendono da ciò che ogni persona sta vivendo”.
CARRIERA A RISCHIO - “Quando si attraversano momenti davvero difficili, depressione, attacchi di panico, non importa il lavoro che fai, la situazione che hai nella vita, hai un'altra persona dentro contro cui devi combattere ogni giorno e ogni notte. Per me è stata la cosa migliore lasciare la Spagna, non potevo sopportarlo. Mi sono appoggiato a persone che avevano vissuto la stessa cosa, come Bojan. Tre mesi prima degli Europei (in Germania, ndr) sembrava impossibile. Mi chiedevo se avrei potuto giocare di nuovo una partita, non sapevo cosa mi stesse succedendo”.
FAMIGLIA - "Mi vergognavo di uscire con loro per strada. Ogni volta che uscivo con loro, succedeva sempre qualcosa. A volte la gente faceva commenti su quello che era successo nelle partite e alla fine anche loro non volevano più andare a fare la spesa con me. Alla fine, mi dicevano così tante cose davanti a loro che mi vergognavo di stare con loro".
INSULTI - "Arriva un momento in cui o non esci più di casa, smetti di vivere o ti innervosisci". Morata ha ammesso di non aver mai reagito fisicamente agli attacchi, ma di aver cercato di far vergognare chi lo insultava: "Quando ero più giovane non lo facevo, ma in diverse situazioni, ad esempio in un ristorante, spiegavo la situazione a tutti i presenti. Alla fine, l’altra persona si vergognava e mi diceva che era 'solo per fare un video per il gruppo di WhatsApp’".
EUROPEO - Nonostante le difficoltà, Morata ha riconosciuto che qualcosa è cambiato dopo Euro 2024: "Molte volte dico che l’Europeo mi ha cambiato la vita perché almeno ora vengo rispettato un po’ di più”.
DEPRESSIONE - “Ho chiesto aiuto non appena ho visto che la situazione mi stava sfuggendo di mano. Andavo all'allenamento sapendo di essere in cattive condizioni. Nello spogliatoio (all'Atletico, ndr) si sono accorti che stavo male. Quando dovevo cambiarmi per andare in campo, dovevo andare a casa e chiudermi in camera a combattere contro la mia testa. È una malattia come tutte le altre. Così come andiamo in palestra, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti. Credo che le scuole dovrebbero sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli psicologi e della salute mentale. Ho anche preso dei farmaci. Ho dovuto prendere tutto, per questo dico che non è un problema. Non si può fermare il mondo per sempre a causa di una situazione come questa. Per tutte le persone che mi vedono, avevo tutto e sono finito così. Queste sono cose che non dipendono da ciò che ogni persona sta vivendo”.