Getty Images
Montoya: 'Una cazzata andare all'Inter'
SUL FUTURO - "Di sicuro dovrò ritornare al Barcellona. Sono al Betis fino a giugno, dopo devo rientrare. In seguito, a partire da qui, si vedrà. A stagione conclusa, dovranno parlarne il Betis, il Barcellona e il mio agente: vedremo cosa succederà. Io qui sto bene, mi sento molto apprezzato, mi sento un calciatore. Però staremo a vedere. Il Betis è un’opzione molto buona per me. La verità è che il Betis può essere una priorità. A questo punto, andare da un’altra parte vuol dire adattarsi un’altra volta, soprattutto fuori dalla Spagna. Se posso continuare a giocare in Spagna, e nel Betis, molto meglio."
SUL BARCELLONA - "Duro lasciare il Barca? Ad un giocatore che passa tutta la vita in un club come il Barcellona, piacerebbe sempre tornare e vincere. Arrivai lì che ero molto piccolo, sono andato via solo l’anno scorso. Sarebbe un altro sogno tornare lì. Ma devo essere realista, ci sono giocatori in quel ruolo. La cosa importante è lavorare giorno per giorno e dimostrare ciò che si vale. Sono venuto al Betis con la speranza di giocare il maggior numero di partite possibili, dopo un’esperienza all’Inter senza troppe opportunità. Qui tutti hanno puntato su di me. Mi sento apprezzato e quello che speravo si sta compiendo a pieno. Sono molto contento qui. L’allenatore mi ha fatto intendere che aveva fiducia in me sin dall’inizio. E’ fondamentale che il tecnico abbia fede in te. Dite che cresco accumulando minuti? E’ proprio quello che voglio. Nel Barcellona era tutto diverso. Venivo da un club unico, la migliore squadra del mondo. Costa parecchio andare via da lì."
SULL'INTER - "Sono andato in una grande squadra come l’Inter, ma ciò che uno vuole è giocare, sentirsi calciatore. E’ una grande cazzata andare dove non lo puoi fare. E credo che non ci sia miglior posto del Betis, in una città affascinante e in una gran squadra. Sono contento della mia decisione. Tanta differenza tra un club come il Barcellona e il Betis? Non tanta come può sembrare. Ho passato 15 anni nel Barcellona ed è difficile andare via perché è la tua città, lì lasci la tua famiglia. A Milano per esempio è tutto più diverso, a partire dalla lingua. Devi adattarti molto. E questo mi è costato. Adattarmi al Betis non mi è costato nulla invece, in una settimana ero già un altro. C’erano persone che conoscevo, e la gente in città è stata molto affettuosa. Credo che arrivare dal Barcellona comunque ti dia qualcosa, un margine di fiducia in più. Fare due trasferimenti in un anno è difficile, ma questo è uno spogliatoio unito e allegro, ti rende facili le cose".