Monti si scopre tifoso:| 'Fieri di questa Italia'
Il presidente del Consiglio in tribuna a Kiev: "Mai avuto dubbi sulla bellezza del calcio".
Alla fine Monti si scopre tifoso: "Brusco risveglio, ma fieri dell'Italia".
E allora non è serata da rivincita. Quella che avrebbe voluto prendersi il calcio italiano sul presidente del Consiglio per la prima volta in tribuna durante un incontro della Nazionale. Fa caldo a Kiev, il premier sbarca nella capitale ucraina in tarda serata, giusto in tempo per arrivare all’Olympic Stadium quando alla finale manca un quarto d’ora. Sul volo con lui il ministro dello Sport Gnudi e il Presidente del Coni Petrucci. Monti e il calcio: una vecchia passione, come ha detto lui, guastata con il tempo, sporcata dagli ultimi eventi. Troppo per l’uomo del rigore.
Così quel 29 maggio scorso, quell’uscita a seminare il panico: «È triste e fa rabbrividire quando il mondo dello sport si rivela un concentrato di fattori deprecabili. Credo, e non è una proposta del governo ma un mio desiderio, che il calcio andrebbe fermato per almeno 2-3 anni». Il pallone emanava, come fa ancora adesso, i miasmi delle scommesse e quelle frasi ebbero un effetto dirompente, un pugno da ko tirato a un avversario già barcollante. «Un mio desiderio»: non la presero bene gli Azzurri. Commenti svisati al fastidio, nessuna uscita a gamba tesa, ma una palese insofferenza per quella generalizzazione.
Ieri sera, l’occasione per mostrare al premier la faccia migliore del pallone. «È stata una magnifica avventura. Questi ragazzi ci hanno fatto sognare - dirà poi Monti a fine gara, prima di ricevere in dono la maglia di Balotelli -. Stasera ci siamo svegliati, ma dobbiamo essere fieri di loro». Poi la precisazione su quell’uscita di un mese fa: «Non ho mai avuto dubbi sulla bellezza del calcio. Questi campioni sono un punto di riferimento e spero che lo siano nella loro complessiva condotta».
In tribuna d’onore ci arriva quando il suo omologo Mariano Rajoy parla alla tv spagnola: Monti si accomoda tra Michel Platini, il presidente dell’Uefa, e quello della Federcalcio Giancarlo Abete. Due posti a destra il capo dello Stato ucraino Yanukovich; due a sinistra il principe Felipe di Spagna, ancora più il premier «avversario», favorito e alla fine vincitore. Inni nazionali, Abete lo canta e si vede, il Professore si accomoda sulle parole, lo sguardo rivolto in alto.
Sul campo si capisce subito che la Spagna è imprendibile, Monti non si scompone. Si è dichiarato un vecchio appassionato del pallone, chissà che cosa ne pensa delle Furie Rosse, i nuovi Invincibili del calcio. Sotto di due gol all’intervallo, l’impresa per la nazionale si fa disperata. Il parere del premier arriva dalle parole che il capo della Federcalcio rilascia alla Rai: «Il presidente del Consiglio è consapevole della forza della nazionale spagnola. Ma ha apprezzato il buon Europeo giocato dall’Italia». Detta così, e letta al novantesimo dopo l’imbarcata subita, sapeva già di commento finale: serve un’impresa per tirare fuori questa nazionale dal deficit in cui si è cacciata.
«Nel calcio come nell’economia, l’Italia dà il suo meglio quando è in emergenza»: lo scriveva proprio Monti sul «Corriere della Sera» il 13 luglio del 1982, da due giorni eravamo campioni del mondo. Il boom degli Ottanta stava cominciando, il Professore guardava già avanti. Qui a Kiev, altro che impresa. La Spagna dilaga, gli azzurri restano pure in dieci. Daldebito pubblico a quello di ossigeno. Italia in ginocchio, non se ne esce. Nemmeno qui. Ma sulla ripresa economica, Monti è ottimista: «Stiamo dando prova di serietà, la luce penetra il buio del tunnel». Dove ora c’è l’Italia di Prandelli: la Spagna è campione d’Europa, Rajoy esulta in stile Merkel, Monti gli stringe la mano e si congratula. Sorpasso netto, questa sera loro sono un po’ meno pigs di noi. Tocca prenderne atto. La prima del premier davanti all’Italia, e viceversa, va storta. Niente Olimpiadi a Roma («Non sarebbe responsabile assumersi un impegno simile in questo momento» aveva detto), il calcio che dovrebbe chiudere e la scoppola subita dalla Spagna: Monti e lo sport italiano continuano a non andare troppo d’accordo. Ma questa Spagna non l’avremmo battuta nemmeno con un premier da area di rigore.