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Roma, Dybala ai Mondiali può rompere un tabù lungo 16 anni
PRECEDENTI - Nel 1982 Bruno Conti non solo ha gioito sotto il cielo di Madrid ma è stato eletto come miglior giocatore del Mondiale. Nel 1986 nella finale persa con l’Argentina c’era il tedesco Voeller che però ancora non era del tutto romanista, lo sarà ovviamente nel 1990 quando Rudi alzerà proprio al cielo di Roma il trofeo che poteva essere del suo amico Giannini. Lo farà contro l’Argentina di Maradona che aveva eliminato gli azzurri ai rigori in semifinale. Nel 1994 un altro romanista è salito sul tetto del mondo, e si tratta di un’altra leggenda: Pluto Aldair. Il Brasile batte, infatti, proprio l’Italia ai rigori nella finale di Pasadena. Quattro anni dopo è il turno di Vincent Candela con la Francia. Il terzino si vede poco in campo vista la presenza di Lizarazu ma tiene in alto ancora una volta il nome della Roma nel mondo. Anno 2002, altro romanista campione. E non è uno a casa. Ad alzare da capitano il trofeo più ambito è Pendolino Cafu dopo la vittoria sulla Germania nel mondiale sudcoreano.
TOCCA A DYBALA - Quattro anni dopo quella coppa passa nella mani di Francesco, Daniele e Perrotta. Un cerchio magico partito da Bruno e finito lì. Nelle edizioni successive, infatti, in finale non arriverà nemmeno un romanista. E parliamo del Mondiale 2010 (Spagna-Olanda), 2014 (Argentina-Germania) e 2018 (Francia-Croazia). Ora sono quattro che sperano di interrompere questo lungo digiuno. A comandare la fila ovviamente Dybala con l’Argentina che resta una delle 3-4 candidate massime alla vittoria finale. Speranze basse per Rui Patricio e praticamente nulle per Zalewski e Vina.