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Mondiali 2034 in Arabia Saudita: il progetto monstre per il torneo più high-tech della storia
Il calcio, pertanto, sta diventando, da un lato un “soft power” incredibile per crescere a livello di reputazione e immagine internazionale, dall’altro un trampolino per accendere i riflettori su progetti avveniristici come “Saudi Vision 2030”. L’obiettivo primario del governo saudita, attraverso la realizzazione di una serie di 80 mega-progetti (tutti da realizzare entro il 2030) è l’aumento del 3,8% annuo del prodotto interno lordo (Pil), così da entrare di diritto fra le prime 10 economie mondiali, riducendo, nel contempo, la dipendenza del Regno dalle entrate petrolifere (fino ad oggi ricchezza primaria di questo Stato).
FIFA World Cup: nel 2034 si giocherà in Arabia Saudita
Da pochi giorni poi è arrivata anche la notizia ufficiale dell’assegnazione dell’organizzazione della FIFA Word Cup.
“Il più grande spettacolo della terra, così come lo ha definito di recente lo stesso Gianni Infantino, presidente della FIFA, “sarà organizzato nel 2026 in Nord America da Canada, Messico e Usa. Le prossime due edizioni si terranno, pertanto, nel 2030 in Africa (Marocco), Europa (Portogallo e Spagna) e Sud America, con tre gare celebrative (Argentina, Paraguay, Uruguay) e nel 2034 in Asia, con l'Arabia Saudita unico Paese organizzatore". Ospitare un Mondiale di calcio è una vetrina internazionale unica. Ne sa qualcosa il Qatar, precedente edizione iridata (dove l’Arabia Saudita, con il suo team nazionale, ha sconfitto, a sorpresa, lo scorso 22 novembre 2022, l’Argentina di Leo Messi laureatasi poi campione del mondo). Certamente il ritiro dell’Australia ha spalancato le porte ai sauditi, che, adesso, sono pronti a sfruttare l’impatto infrastrutturale del piano Saudi Vision 2030, per presentarsi, quattro anni più tardi, con impianti calcistici, centri di allenamento, alberghi, autostrade e aeroporti di una magnificenza mai vista prima nella storia della umanità. Al centro quindi il più importante evento FIFA per stupire il mondo e creare così una legacy infrastrutturale tale di intercettare, post evento iridato, milioni e milioni di turisti (anche non appassionati di football), invitandoli a recarsi in Arabia Saudita per conoscere la modernità delle soluzioni tecnologiche del Regno (il prossimo 28 novembre, tra l’altro, la capitale Riyad sfiderà la città di Roma e la sudcoreana Busan nell’assegnazione dell’Expo 2030) e le bellezze paesaggistiche dei diversi territori unite ad una cultura millenaria dal profondo fascino (solo a livello di turismo religioso si passerà da 8 a 30 milioni di persone su base annua). Nel frattempo, solo per citare due dei progetti “monstre” più importanti, l’Arabia Saudita è già al lavoro per realizzare “The Line” e “Neom”. Nel primo caso si parla di un investimento pubblico compreso tra i 93 e i 185 miliardi di euro (nascerà una città avveniristica lungo una linea retta di lunga 170 km, su tre diversi livelli, e con veicoli a guida autonoma oltre a treni ad alta velocità, il tutto raggiungibile in appena 20 minuti da un punto all’altro), nel secondo, la nuova città-stato, ribattezzata Neom, costerà al Regno saudita non meno di 450 miliardi di euro e dovrebbe essere completata prima del 2026. Sarà una metropoli avveniristica alimentata esclusivamente con energia solare ed eolica e i servizi di assistenza, logistica, sicurezza e assistenza a domicilio saranno assicurati attraverso sistemi di intelligenza artificiale e/o robot. Tutto questo, così come gli altri progetti inseriti nel piano “Saudi Vision 2030”, saranno visibili e fruibili in occasione del Mondiale di calcio del 2034. Sicuramente la FIFA World Cup più hi-tech nella storia della competizione internazionale.