Moncada: "Tutti gli step tramite cui il Milan prende un giocatore, già al lavoro per gennaio e l'estate. Nel database..."
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Quando il Milan ha bisogno di un giocatore, quali sono gli step?
“In primis si parte dall’analisi della nostra squadra e sulle aree da sviluppare e migliorare. Non usiamo solo l’algoritmo come si è narrato per tanto tempo. Non è una cosa vera. Noi abbiamo un database che ti aiutano a vedere giocatori di altri paesi. Tu puoi essere il più grande scout del mondo, ma non puoi vedere tutti i campionati. I dati ti aiutano a individuare dei profili e a darti degli input su certi giocatori, giovani o meno, e possono dirti che ci sono profili che rientrano nella tua ricerca anche in altri campionati”.
Quando si parla del mercato del Milan si parla di dati, si parla di algoritmo, si parla di moneyball. Vi affidate totalmente a questi strumenti oppure lavorate anche tanto sul campo?
“I dati ti dicono se c’è un giocatore interessante da vedere. E lo guardiamo prima in video, con tutti gli scout che lo osservano, e poi magari lo andiamo a vedere dal vivo. Però prima di andare a vederlo in campo dobbiamo conoscere il giocatore”.
Quante persone del tuo team lavorano su questa cosa?
“Io ho a disposizione dieci scout, cinque che sono in Italia e cinque che sono all’estero”.
Loro ti portano un “pacchetto” sul giocatore già pronto oppure sono specializzati sul segnalarti un profilo che poi andrai a vedere?
“È un mix di tante cose. Abbiamo una metodologia di lavoro sulla parte video, hanno una zona specifica da visionare. Prima guardano il giocatore in video per tutta la settimana, poi nel weekend vanno a vederlo dal vivo per confermare o meno le impressioni”.
Da lì vai a vederlo anche tu dal vivo?
“Sì, ci provo”.
Prima di acquistare un calciatore devi averlo visto dal vivo, giusto?
“Sì. Impossibile chiudere un calciatore senza prima vederlo live. Io comunque ho tanta fiducia nei miei scout, dobbiamo averla per lavorare insieme. Magari a me piace tanto un giocatore, però magari nove scout mi dicono di no, che non è bravo. È importante essere d’accordo tutti insieme. Vederli dal vivo è importante, vedi tante cose… In video si scoprono tante cose, ma aspetti fondamentali come la velocità, l’impatto nei duelli… Quelle non si giudicano in video”.
Prendete in considerazione anche come si allenano?
“Sì. Per esempio anni fa sono andato a Strasburgo a vedere Youssouf Fofana dal vivo, perché l’allenamento era aperto. Oggi invece è molto difficile entrare in un centro sportivo. È bene guardare l’allenamento, ma dipende anche che tipo di allenamento vai a vedere. Se andiamo dopo una partita non ti aiuta”.
Quindi nel tuo database c’è tanto? Immagino non si tocchi, sei geloso?
“No. Ci sono relazioni ed informazioni di tanti anni, ti aiuta a vedere la crescita di un giocatore. Dobbiamo essere sempre umili quando visioniamo un calciatore: magari non ci piace adesso, ma dopo due o tre anni finalmente ci colpisce. Mi piace tanto cambiare idea, questo è importante”.
E quindi si ritorna ancora ai dati… Quanto vi aiutano ad analizzare le prestazioni dei singoli e della squadra?
“Con il mister guardiamo le fasi della squadra e usiamo i dati: come pressiamo, che tipo di pressing facciamo, Expected Goals (dato che misura la probabilità di un tiro di diventare un gol, ndr), Expected Assist (dato che misura la probabilità di un passaggio di diventare un assist, ndr), tutte le chance che creiamo per arrivare a fare gol, perché non abbiamo fatto gol… C’è un mix di video e dati. Facciamo questo tipo di lavoro ogni settimana per capire cosa va bene e cosa non va bene”.
Questo tipo di lavoro vi aiuta a capire anche quale giocatore ha senso che rimanga al Milan per continuare un percorso e chi invece magari non può dare altro?
“Ti faccio un esempio. Su un periodo di due mesi puoi pensare che un ragazzo abbia fatto male, però comunque vuoi controllare i dati. Quindi vedi che magari non ha fatto bene ma comunque ha creato tante cose. Questo ti aiuta perché capisci che almeno fa qualcosa. Ci sono giocatori che anche dai dati non fanno niente, zero. Non provano dribbling, tiri, duelli. Quindi i dati ti aiutano, sì. Però la cosa impossibile da vedere con i dati è il margine di crescita di un giocatore. Come va a svilupparsi dopo due-tre anni, questo è difficile da prevedere. È un’incognita, per questo è importante il mister, lo staff, gli scout che guardano dal vivo i giocatori. Osservandolo live magari capisci che può migliorare, può mettere su ancora un po’ di muscoli, può lavorare sul piede debole. Ci sono tante cose su cui i dati non possono aiutarti”.
Stai già cominciando a vedere cosa serve a questo Milan?
“Sì. Abbiamo già cominciato a parlare con i vari profili. Con Ibra, con Giorgio Furlani, con il mister, con Gerry Cardinale… Abbiamo già parlato. Più o meno già sappiamo i profili che vogliamo, ma credo che sarà più per giugno. Cominciamo dai profili che mancano, poi facciamo una shortlist”.
Non puoi dire quelli che mancano?
“No, non ancora. Tra un po’ sì, ma se parlo ora a novembre diventa difficile per noi. Magari nei prossimi weekend vado via per vedere questi giocatori, vado con gli scout”.
Quindi adesso bisogna seguirti e vedere dove ti accrediti?
“Magari cambio nome, è più facile”.
Commenti
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e ci son voluti 10 scout per riuscire a scovare un terzino destro più scarso di Calabria... in ef...