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    Mkhitaryan: 'Raiola è un amico, i dirigenti non lo amano perché punta a ingaggi alti. Gli screzi con Mourinho...'

    Mkhitaryan: 'Raiola è un amico, i dirigenti non lo amano perché punta a ingaggi alti. Gli screzi con Mourinho...'

    Henrikh Mkhitaryan, trequartista della Roma, parla al Corriere dello Sport, analizzando questa prima parte di ritiro agli ordini di José Mourinho, nuovo tecnico dei giallorossi: "Stiamo lavorando bene, cerchiamo di fare tutto quello che il tecnico ci chiede, lavoriamo su aspetti che nel passato avevamo trascurato. Su cosa? Beh, non posso rivelarlo, è un segreto". 

    SU MOU - "Quello che è successo a Manchester rimane a Manchester. Noi abbiamo parlato da persone mature, tutti e due vogliamo andare per la stessa strada, tutti e due vogliamo vincere qualcosa per la Roma. L’unica cosa che conta quest’anno. Per lui conta solo vincere. Lo scorso anno ci sono state partite in cui giocavamo benissimo e alla fine perdevamo. E’ meglio giocare male e portare a casa i tre punti, il contrario a me non piace. E’ successo spesso lo scorso anno, mancava qualcosa, alla fine abbiamo pagato per una questione di dettagli". 

    IL RUOLO - "A me piace giocare in qualsiasi ruolo. Lo scorso anno ho fatto anche la prima punta in qualche partita. Ho giocato dietro il centravanti, sono stato impiegato da seconda punta, a centrocampo. Con Mourinho al Manchester ho fatto anche il terzino sinistro". 

    CHE MOU E' - "E’ la stessa persona, ma con più voglia di vincere di allora. Un allenatore come lui non molla mai, vuole vincere sempre. Questa caratteristica è innata, non si acquista con il tempo. Mourinho è speciale per questo". 

    LO SCONTRO CON PEPE - "Lo dico chiaro: un giocatore, Pepe, non ha fatto un intervento duro, ma è entrato per fare male. Per questo mi sono arrabbiato. Anche se era un’amichevole, era importante per loro ma anche per noi, ci sono stati scontri decisi. Io in campo sono così. Sempre. Voglio vincere anche in allenamento. Una brutta scena, succede, speriamo non succeda più. Per me è finita lì". 

    LA PERMANENZA - "Non ho avuto dubbi, ma volevo avere la testa fresca per prendere la decisione migliore per me. Avevo avuto delle offerte, in Italia e all’estero, ma la decisione più giusta è stata quella di restare alla Roma". 

    SU DZEKO - "Messo fuori rosa? E’ stata una brutta storia per tutti noi, nessuno voleva che si verificasse una rottura così. La cosa positiva è che da allora abbiamo continuato a lavorare e giocare per aiutare la squadra. Trovammo un accordo, saremmo andati avanti fino alla fine della stagione e Edin ci avrebbe dato una mano, come ha sempre fatto. Anche senza la fascia Dzeko è il nostro capitano, per la sua esperienza, il carisma, tutti sanno quanto è importante, tutti lo amano. La fascia non conta. E a 35 anni resta il nostro bomber". 

    SU RAIOLA - "Non è solo un agente, è un amico. Lo conosco dal 2013, quando ero allo Shakhtar e volevo andare via. Mi ha aiutato tanto per il trasferimento al Borussia Dortmund. Lui è felice se i suoi calciatori stanno bene e giocano. Se qualcuno non trova spazio lo aiuta ad andarsene. Poi magari i direttori sportivi non lo amano perché punta a ingaggi alti, ma secondo me ci sa fare e ha una soluzione per tutto". 

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