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Mkhitaryan cambia l'Inter: infallibile nei passaggi, irrinunciabile in Champions. Molto più che 'vice-Calha'
RISORSE INATTESE - In realtà, l'infortunio che ha colpito Lukaku a fine agosto ha regalato a Dzeko una discreta continuità nella formazione titolare accanto a Lautaro, mentre Calhanoglu, che ha sofferto di un problema analogo poco dopo, è riuscito a rientrare prima. Mkhitaryan ha raccolto appena una presenza da titolare, contro l'Udinese, partita da dimenticare terminata dopo mezz'ora a causa di quel cartellino giallo che il suo allenatore tanto teme. E' l'unica partita chiusa sotto l'85% di precisione passaggi. Da riserva, invece, Mkhitaryan si tiene sempre sopra questa notevole percentuale nel cercare e trovare i compagni. E ieri è arrivato anche il primo vincente.
ESPERIENZA - In Champions, invece, tre gettoni su tre da titolare: turnover, infortunio di Calhanoglu, indisponibilità di Brozovic. Tante variabili, ma pochi errori e la sensazione che la maggiore (non di poco: Europa e Conference League in bacheca) esperienza in campo europeo gli valga la preferenza di Inzaghi in ogni caso in serate come quella vittoriosa vissuta contro il Barcellona, quando Calhanoglu è stato messo in cabina di regia per fare spazio all'armeno, poi rimasto in campo per tutta la partita. Soluzione, questa, riproposta con lo stesso risultato nel secondo tempo di Reggio Emilia. E, a ben guardare, anche per una decina di minuti a Lecce, nella prima giornata di campionato, quando ad uscire era stato Brozovic.
PIU' DI UNA RISERVA - Quindi sì, in teoria Mkhitaryan sarebbe l'alternativa di Calhanoglu, ma nella realtà dei fatti è subentrato al turco solo una volta in 12 partite (contro il Torino). Nelle altre quattro occasioni, ha rilevato due volte Asllani, una Barella e, appunto, una Brozovic. E continuando con prestazioni del genere, la titolarità dei tre tenori della mediana nerazzurra sarà in discussione anche quando tutti e tre saranno in perfette condizioni.