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Lazio, Milinkovic non vale 100 milioni: contro le grandi è un fantasma
Aveva chiuso la stagione 2017/2018 con 14 gol in 43 presenze fra Serie A ed Europa League, numeri e performance che avevano fatto precocemente girare la testa a molti. Oggi Milinkovic-Savic si sta lentamente trasformando nell'ombra di se stesso. Da sogno di mercato delle big italiane ed europee a protagonista in chiaroscuro dell'altalenante avvio della Lazio. Blindato in una gabbia dorata solo qualche mese fa, con un rinnovo fino al 2023 da 3 milioni di euro più bonus a stagione, il centrocampista biancoceleste non sta riuscendo a ripetere le prestazioni dominanti dello scorso anno.
Se a fine agosto Juventus, Milan e Real Madrid sembravano seriamente intenzionate ad esaudire le plurimilionarie richieste di Claudio Lotito e a sborsare cifre astronomiche per assicurarsi il suo cartellino, oggi la situazione appare radicalmente cambiata. Difficile anche solo pensare che il presidente laziale possa continuare a sostenere le proprie pretese in questo inesorabile gioco di ridimensionamenti. Le verità del campo non risparmiano nessuno, ma - forse - possono far risparmiare qualcuno.
Se a fine agosto Juventus, Milan e Real Madrid sembravano seriamente intenzionate ad esaudire le plurimilionarie richieste di Claudio Lotito e a sborsare cifre astronomiche per assicurarsi il suo cartellino, oggi la situazione appare radicalmente cambiata. Difficile anche solo pensare che il presidente laziale possa continuare a sostenere le proprie pretese in questo inesorabile gioco di ridimensionamenti. Le verità del campo non risparmiano nessuno, ma - forse - possono far risparmiare qualcuno.
IN CAMPO PER FORZA - Il serbo non è l'unico giocatore nelle file dei biancocelesti ad aver fatto un passo indietro rispetto alla passata stagione. Le prestazioni e lo stato di forma non esaltanti di Luis Alberto hanno fatto discutere non poco in queste settimane gli ambienti biancocelesti. I due sono stati oggetto di una pesante critica da parte dei tifosi, con tanto di striscione polemico dopo le due sconfitte consecutive contro Eintracht Francoforte e Roma, che li apostrofava come "finti talenti solo a caccia di contanti". Ma mentre recentemente Simone Inzaghi ha cominciato a relegare lo spagnolo in panchina (supportato anche dall'alibi di non meglio chiariti problemi fisici), Milinkovic sembra condannato a dover essere sempre presente, ad ogni costo, sul terreno di gioco. È costretto a riprendersi per non rischiare una svalutazione che in casa Lazio sarebbe letta come un disastro. Vittima di aspettative e valutazioni forse più grandi di lui, l'ex centrocampista di Genk e Vojvodina fatica a ritrovare i ritmi a cui aveva abituato nello scorso campionato e - nonostante il suo indiscutibile strapotere fisico - in 10 partite di Serie A quest'anno ha collezionato solo un gol e un assist. Una parabola discendente coronata da una prova da horror contro l'Inter nella gara di ieri, drammaticamente bocciata da una sfilza di 4 in pagella.
FANTASMA CON LE GRANDI - La scarsa capacità di incidere nelle sfide che contano non è una novità. Nel corso della sua permanenza in Italia, Milinkovic non è mai riuscito a trovare la via della rete contro Juventus, Napoli, Inter o Milan. La Roma rimane l'unica big a cui è riuscito a fare male. Contro i giallorossi il serbo ha trovato la via del gol per due volte, ma unicamente in derby valevoli per la Coppa Italia nella stagione 2016/2017. Il numero 21 della Lazio, inoltre, sembra essere penalizzato quest'anno dal nuovo posizionamento individuato per lui da Inzaghi. L'exploit della scorsa annata era stato possibile anche grazie ad un ruolo più avanzato, una strada preferenziale per transitare con maggior facilità in zona gol. Milinkovic si è allontanato in un colpo solo dalla porta e dal'etichetta di "Mr. 100 milioni" appesa sopra la sua testa. Ma non è di certo uscito dai radar di molti top club, pronti a tornare a bussare alla porta di Lotito nelle prossime sessioni di mercato. Con sacchi di denari, però, molto più leggeri.